In scena al teatro Morlacchi di Perugia dal 14 al 16 Dicembre, è andato in scena un Cyrano inaspettato, insolito, la regia e l’adattamento curati da Arturo Cirillo musicano questa celebre commedia di Rostand.
E’ proprio il regista, nonché protagonista, che racconta come nasce quest’idea: aprendo un cassetto della sua memoria quando, da ragazzo, a Napoli assiste alla versione musical di Modugno e dal quale prende lo spunto, ricordando quell’esperienza da giovane spettatore che lo ha attratto e commosso.
Ovviamente in scena presenta un Cyrano “contaminato” dal tempo, nel quale il lato poetico e visionario è accentuato, dove il lato eroico classico di uomo con la spada in mano è solamente accennato.
Un teatro canzone, un modo per raccontare la famosa e triste vicenda di Cyrano, Rossana e Cristiano, parole e note che vogliono far smuovere i cuori.
Cyrano uomo che non si sente degno di essere amato perché brutto, un uomo o un personaggio salvato dal teatro.
Così Arturo descrive il suo Cyrano ”Questo Cyrano è una madame proustiana, un viaggio nella memoria di un amore impossibile… ho trovato nell’opera di Rostand similitudini con il primo romanzo di Elsa Morante, Menzogna e sortilegio; quello in cui si trovano invischiati i tre personaggi di Rostand cos’è se non un mondo di menzogna e sortilegi? Del capolavoro a smuovermi il cuore sono, ieri come oggi, le pieghe sentimentali, essenziali più che l’aspetto eroico. La spada del mio Cyrano è il naso, ad appassionarmi è la storia di un uomo infelice che per un attimo si illude, attraverso un corpo “terzo” di poter vivere un amore corrisposto”.
Ed ecco in scena questa indimenticabile storia d’amore, ferma nel tempo ammiccante, con musiche e canzoni del varietà, del teatro-canzone del novecento.
Un carosello di colori e lustrini, piume e mantelli e cappelli di varia foggia, dove il poeta spadaccino si abbandonerà alle malinconie per diventare un fuoriclasse, che soltanto nel palco riesce a trovarsi e ritrovarsi, riconoscendosi fino in fondo.
Sonia Lustrino