Un’inedita e unica rappresentazione di Dante Alighieri con la barba è il singolare dipinto che sarà al centro dell’esposizione “Il vero volto di Dante Alighieri – Sulle tracce del Sommo Poeta a Orvieto” che si terrà nel prossimo mese di settembre negli spazi espositivi della Fondazione “Claudio Faina” in piazza Duomo a Orvieto.
L’iniziativa rientra in un più ampio programma di appuntamenti virtuali e non che si terranno nel 2021, anno in cui si celebrano i 700 anni dalla morte dello scrittore toscano ed è stata presentata questa mattina – vigilia del “Dantedì” la Giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri che si svolge il 25 marzo – in videoconferenza stampa dal Sindaco di Orvieto e Assessore alla Cultura, Roberta Tardani, dal Presidente della Fondazione “Claudio Faina”, Daniele Di Loreto, dal Presidente dell’Opera del Duomo di Orvieto, Andrea Taddei e dalla Presidente della Fondazione Centro studi “Città di Orvieto”, Liliana Grasso.
Il “Dante barbuto” si trova da anni custodito nell’ufficio del sindaco di Orvieto. Si tratta di un dipinto che raffigura il Sommo Poeta in una maniera completamente diversa dall’iconografia ufficiale. Secondo le prime ricerche effettuate il quadro sarebbe databile tra il ‘500 e il ‘600. L’autore è ignoto ma è ipotizzabile si sia ispirato dal pittore fiorentino Cristofano di Papi dell’Altissimo. La raffigurazione sembra prendere spunto dalla dettagliata descrizione che Giovanni Boccaccio fa del volto di Dante Alighieri nel «Trattatello in laude di Dante» scritto tra il 1351 e il 1355. «Il suo volto fu lungo, e il naso aquilino, e gli occhi anzi grossi che piccioli, le mascelle grandi, e dal labro di sotto era quel di sopra avanzato; e il colore era bruno e i capelli e la barba spessi, neri e crespi, e sempre nella faccia malinconico e pensoso», scrive Boccaccio.
Sono rarissimi i casi nel Mondo in cui Dante viene raffigurato con la barba: una miniatura su un codice che si trova nella Biblioteca Nazionale Marciana a Venezia, una cartolina riproducente un quadro andato perduto e altri due dipinti: il quadro di Il’ja Efimovic Repin che si trova in Russia, a Kostroma, una città a nord-est di Mosca, esposto al Kostroma State Historical-Architectural and Art Museum, e il quadro di Agnolo Bronzino che si trova a Firenze e appartiene a una collezione privata.