L’encomio approvato all’unanimità dal Comune di Cantalice al Grande Torino il 15 dicembre 2021 ha fatto tornare alla mente un’altra grande tragedia quella sul monte Terminillo del 13 febbraio 1955 che forse tanti giovani non conoscono. Per questo e per non dimenticare vogliamo raccontarvela. Ogni anno l’anniversario della tragedia di Superga avvenuta il 4 maggio del 1949, nella quale perirono le trentuno persone a bordo, ci riporta alla mente un altro disastro aereo, quello del 1955 sul Terminillo, che costò la vita a ventinove persone. La prima fu la più grande tragedia del calcio italiano, nella quale l’aereo che trasportava i giocatori del Grande Torino di ritorno da una partita a Lisbona si schiantò contro la collina di Superga, a Torino. Nel violento impatto perì l’intera squadra granata. La commozione del mondo sportivo e di tutti gli italiani fu grandissima.
Sessantasei anni fa, il 13 febbraio 1955, un altro disastro aereo, che questa volta interessò Rieti, commosse l’opinione pubblica italiana e internazionale: un aereo, un quadrimotore DC-6 della compagnia belga Sabena, si era schiantato alle pendici del Terminillo e le persone a bordo erano tutte morte. Tra le vittime c’era Marcella Mariani, attrice, già Miss Italia 1953. L’aereo era partito da Bruxelles alle 16.17, con destinazione finale Congo e scalo intermedio all’aeroporto di Roma Ciampino. La comunicazione radio con la torre si era interrotta alle 19.53, quando l’aereo si era disintegrato contro il monte Terminillo. Marcella Mariani, era nata a Roma e dopo il titolo di Miss Italia, conquistato a Cortina d’Ampezzo, le era stato affidato un ruolo nel film “Senso” di Luchino Visconti, accanto ad Alida Valli. Aveva girato anche “Il cantante misterioso” con Carlo Campanini e “Le ragazze di San Frediano” di Zurlini. Marcella Mariani, una ragazza semplice che era già entrata nel cuore degli italiani, si era recata a Bruxelles per rappresentare la bellezza italiana, in sostituzione di Sofia Loren, che aveva dovuto rinunciare all’ultimo istante per un impegno.
All’aeroporto di Ciampino, ad attenderla, c’era la madre Adele. Le dissero che l’aereo, per il cattivo tempo, non poteva atterrare. Poi dovettero dirle la verità: il DC-6 Sabena risultava disperso. La tragedia era già avvenuta, ma l’aereo risultava irreperibile e veniva cercato da forze di polizia, vigili del fuoco, volontari e gente comune in tutto il centro Italia. Tutto il mondo seguiva con il fiato sospeso l’esito delle ricerche. Ci vollero otto giorni perché i resti del velivolo e i corpi ghiacciati fossero rinvenuti tra le nevi di quel freddo febbraio 1955, sul Terminillo, a 1.700 metri, laddove un cippo di pietra ricorda ancora oggi a turisti e sciatori, l’ingiusta fine di ventinove vite, tra le quali alcuni bambini. C’è un filo comune che lega queste due grandi tragedie, accomunate dai racconti commossi dei giornali del tempo, come le famose copertine della Domenica del Corriere disegnate da Valter Molino, e ancora cartoline, filmati, e le storie dei testimoni che accorsero sul luogo dello schianto a Torino nel 1949 e sul Terminillo nel 1955.
Un filo comune che racconta la brusca interruzione di due belle favole quella del grande Torino, che colpì duramente il calcio italiano, e quella dell’attrice Marcella Mariani che commosse il cinema italiano, e non solo, e che portò attraverso i cinegiornali dell’epoca le lacrime disperate della mamma Adele in tutto il mondo. Un filo comune che racconta due storie di umanità e di modestia. Quella dei calciatori che in quegli anni non erano le star super pagate di oggi, che lottavano in modo genuino sui campi e che erano un esempio per le generazioni di allora. Quella della bellissima e giovanissima miss Italia Marcella Mariani, che appena conquistato il titolo disse che i giudici si erano sbagliati. La vita di Marcella, con un tentativo di suicidio alle spalle, ricordava un po’ la storia di Cenerentola. Era infatti una cassiera romana, divenuta prima miss e poi attrice, richiesta dal cinema italiano, con qualche offerta che proveniva già da oltre oceano. Dopo la morte la sfortunata miss non fu dimenticata dagli italiani che, nella semplicità del mondo della seconda metà degli anni 50, la sognavano in cielo assieme ai calciatori del leggendario Torino.
Giuseppe Manzo