Le Dolomiti iscritte nella lista World heritage site dell’Unesco non sono state tutelate da flussi turistici sempre più insostenibili e che ne hanno causato un grave degrado ambientale. E’ il contenuto, in estrema sintesi, di un dossier presentato da Mountain Wilderness a nome delle associazioni ambientaliste (Mountain Wilderness, Amici della Terra, Italia Nostra, Legambiente, Lipu, Federazione Pro Natura, WWF, Dachverband, Lia Natura Y Usanzes, Peraltrestrade ed Ecoistituto del Veneto Alex Langer) in occasione di una riunione che si è tenuta lo scorso 3 novembre con i vertici di Unesco e con i tecnici dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (Iucn), deputati a monitorare l’integrità territoriale che ha permesso l’iscrizione nella lista del patrimonio mondiale.
Secondo le associazioni, che nel dicembre 2019 hanno presentato un dossier con il quale denunciavano la mancata tutela delle Dolomiti iscritte come Unesco Natural World Heritage Site, a fronte di un incremento della pressione turistica avvenuta in seguito al loro riconoscimento, la Fondazione Dolomiti Unesco e le Amministrazioni locali non hanno saputo attuare un piano di gestione sostenibile e di tutela dell’ambiente montano delle Dolomiti. Una strategia ancora più urgente alla luce dei grandi eventi che coinvolgeranno il territorio come i Mondiali di Sci Alpino che si svolgeranno a Cortina nel 2021, nonché le future Olimpiadi Invernali Milano-Cortina 2026. Le Associazioni hanno inoltre sottolineato il fatto che ad oggi la Fondazione Dolomiti Unesco non sia riuscita a coinvolgere i portatori d’interesse locali in un percorso di azioni concrete per la tutela e la conservazione delle Dolomiti, in coerenza con il Piano di Gestione 2040.
Unesco ed Iucn hanno ringraziato le associazioni per il lavoro di monitoraggio svolto sul campo, sottolineando che interagiranno con il ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del mare ed il Comitato italiano Unesco, chiedendo chiarimenti in merito alle problematiche sollevate dal Dossier, per comprendere quali siano le strategie per gestire l’aumento della pressione turistica nel sito Unesco.
Durante l’incontro, entrambe le parti hanno evidenziato come il turismo di massa, sempre più presente anche negli ambienti montani fragili, necessiti di piani specifici ed efficaci per gestire l’incremento di pressione generato dal riconoscimento Unesco.
Mechtild Rössler, Direttrice dell’Unesco World Heritage Centre, ha invitato a cogliere la crisi dovuta al Covid-19 come un’opportunità per riscrivere le regole di un nuovo turismo sostenibile, ovvero rispettoso delle tutele che permettono alle generazioni future di beneficiare dell’integrità del Patrimonio e più in generale degli ambienti naturali.
“Raccogliamo i suggerimenti emersi durante l’incontro, dichiarano le associazioni ambientaliste, e annunciamo che ci rivolgeremo direttamente al Ministero dell’Ambiente, al Ministero per i Beni Culturali e al Comitato Italiano Unesco (Roma) per riportare la gravità della situazione in cui versa il patrimonio Dolomiti Unesco, in modo che si possano prendere immediati provvedimenti al fine di garantire la conservazione dei luoghi, nel rispetto degli impegni siglati con il documento di Siviglia nel 2009. Impegni che, come evidenziato nel dossier, la Fondazione non ha rispettato, sia nei confronti di Unesco sia verso tutti i soci sostenitori della Fondazione, Associazioni ambientaliste incluse”.