Un giardino contemporaneo per salvare l’antico. Una struttura ‘sostenibile’ che alleggerisce il carico sulla Domus Aurea, per la quale servono mecenati, e di cui è stato presentato il primo bacino ultimato: circa 800 metri quadrati di verde con piante a piccolo arbusto e radici poco profonde, che in realtà nasconde una complessa selva tecnologica di sonde e sensori che ha il compito di monitorare costantemente lo stato di salute dello straordinario palazzo di Nerone, controllandone l’umidità e raccogliendo le piogge per tenerle lontane.
I lavori, finanziati e diretti dalla soprintendenza speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma, sono il frutto di un’articolata fase di studi teorici, iniziati nel 2011, e prevedono ben 22 bacini per completare i 16mila metri quadrati dell’intero giardino di Colle Oppio che ‘grava’ sul monumento. La spesa prevista è di 20 milioni di euro. Il cantiere del secondo bacino “dovrebbe partire entro la fine dell’anno e durare circa sei mesi”, ha spiegato il sovrintendente Francesco Prosperetti, sottolineando che “i fondi sono già stanziati dalla sovrintendenza, ma bisogna aspettare che il Mef approvi il bilancio”.
Prosperetti ha anche sottolineato che il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, “ha garantito una dotazione di fondi, noi abbiamo fatto presente che ci servirebbero 4 milioni all’anno”. E ha annunciato l’avvio di un bando per le sponsorizzazioni private: “Abbiamo già delle trattative con alcuni mecenati – ha detto il sovrintendente, senza però rivelare quali – e contiamo di pubblicare il bando entro l’estate, come per il Colosseo, in cui noi detteremo le regole per l’utilizzo del brand”.
Accanto alle sponsorizzazioni si aggiunge una campagna di crowdfunding “che per nostro difetto di comunicazione non ha raccolto quanto speravamo”, ha detto Prosperetti. La campagna ha totalizzato circa 15mila euro tra donazioni volontarie (11mila euro circa) e una parte del costo delle visite guidate che animano la Domus Aurea nei weekend (1 euro per visitatore).
Nel frattempo si fa il ‘collaudo’ della porzione di ‘giardino sostenibile’ presentata oggi. Il primo test lo hanno già fatto le recenti piogge che “sono state devastanti per la Domus Aurea in tutte le sue parti tranne in quelle che stanno sotto il giardino ultimato”, ha evidenziato il sovrintendente. Il giardino prevede l’alleggerimento del terreno (da 3mila chili si è passati a 750 chili al metro quadrato), la sostituzione delle piante ad alto fusto tipiche del Colle Oppio, che creano però grandi problemi alla Domus Aurea. Gli affreschi, ammirati dai i pittori del Rinascimento che si calavano nel monumento interrato attraverso dei buchi, “dopo il restauro fatto in occasione del Giubileo, sono tornati purtroppo in uno stato di totale illeggibilità proprio a causa delle infiltrazioni d’acqua”, ha sottolineato Prosperetti.
Quanto all’aspetto del giardino, “nel suo complesso dovrà evidenziare la struttura sottostante del palazzo di Nerone. Nella porzione ultimata infatti la parte centrale con le quattro aiuole fiorite ricorda la fontana che si trova esattamente al centro del cortile, che viene ricordato dai vialetti laterali”, ha sottolineato Ida Sciortino, archeologa della soprintendenza. L’assessore capitolino alla Cultura, Giovanna Marinelli, ha infine annunciato “un lungo percorso di collaborazione insieme con Prosperetti, perché è importante che in una città così ricca come Roma, si possa lavorare in collaborazione tra Stato e Comune. Questo – ha concluso – è un primo esempio di collaborazione proficua”.