Lo scorso 25 giugno, in occasione della Giornata Mondiale della Vitiligine, la celebre rivista internazionale Vanity Fair ha dedicato un articolo alla testimonianza della nostra Donatella Binaglia.
La vitiligine è una malattia autoimmune e le sue cause non sono ancora del tutto chiare. La familiarità, comunque, si riscontra nel 25% dei casi. In dermatologia è nota col termine scientifico “Chloasma album”: chi ne è affetto presenta chiazze non pigmentate sulla pelle, ovvero macchie bianche che tendono, in maniera irregolare ma spesso simmetrica, ad aumentare in dimensioni e in numero con la possibilità di confluire le une con le altre.
Pur essendo una malattia, racconta Donatella, ciò che fa star male chi ne soffre è l’aspetto estetico che ne viene inficiato, alcune volte fino a diventare un vero e proprio complesso.
Donatella ha inniziato ad avere a che fare con la vitiligine a 24 anni, a seguito di un grande stato di stress determinato da un incidente motociclistico nel quale rimase coinvolto il fratello; da quel momento in poi la scomoda “ospite” non l’ha più lasciata.
Non esiste infatti una cura che permetta la scomparsa della vitiligine, l’unica “cura” è l’accettazione di se stessi per ciò che si è, fare affidamento sui propri punti di forza per affermare il proprio io a prescindere dalla pigmentazione della pelle.
“L’unico aiuto arriva dalla consapevolezza di te stessa, di chi sei e di quanto vali a prescindere dalle tue macchie – afferma Donatella –. Chi ha questa malattia lavora su stesso e diventa migliore, sublima la sua bellezza facendola diventare uno stato dell’anima”.
Sicuramente Donatella è fortunata ad avere un bellissimo carattere, sempre positiva e propositiva, non si lascia neanche il tempo per piangersi addosso, sempre pronta ad essere d’aiuto e a godere di tutto il bello che la vita le offre. Chi è messo alla prova dalla vita, nella maggior parte dei casi, è più empatico verso il prossimo, e sa che regalando sorrisi ne riceverà a sua volta, è una regola semplice ma, a quanto pare, così difficile per qualcuno da applicare, ma non per la nostra “Dona”, che splende per la sua unicità.
Benedetta Tintillini