Nell’incantevole cornice di Montone, uno dei Borghi più belli d’Italia, tornano il clima, i costumi ed i sapori del Medioevo con la “Donazione della Santa Spina”. Quattro giorni di festeggiamenti, dal 20 al 23 agosto, per emozionare, stupire e trascinare il pubblico in epoche lontane, attraverso mostre, eventi e spettacoli. Tutto ciò al fine di preservare la memoria e la tradizione del paese e dei suoi personaggi più illustri; rievocando Margherita Malatesta da Rimini, moglie del Conte Carlo Fortebraccio (figlio del celebre capitano di ventura Andrea Fortebraccio, detto Braccio da Montone), che tra il 1473 e il 1477 recò in dono ai Montonesi, di ritorno da una crociata combattuta al soldo della Serenissima Repubblica di Venezia, una spina della corona che trafisse il capo di Gesù Cristo.
La Donazione della Santa Spina nasce all’inizio degli anni ’60 come celebrazione religiosa e ostensione della stessa. Negli anni successivi si è sviluppata inserendo anche la sfida tra i Rioni di Montone: Porta del Borgo, Porta del Monte e Porta del Verziere, che si affrontano per aggiudicarsi il Palio ed eleggere la propria Castellana.
La regia è nelle mani del Consiglio della Pro Loco Montonese, con il contributo dell’Amministrazione comunale, ma la manifestazione coinvolge l’intera cittadinanza in un costante lavoro di ricerca che rappresenta un preziosissimo valore aggregativo e di trasmissione di cultura e tradizioni.
“La Donazione della Santa Spina è una festa che tutti noi montonesi, e non solo, sentiamo profondamente, riferisce il sindaco Mirco Rinaldi. Questo agosto 2020 sarà certamente diverso. La nostra festa assumerà provvisoriamente un’altra veste: ci mancheranno i profumi inebrianti delle taverne, il rullio dei tamburi, il vociare dei rionali per i vicoli, così come le prove notturne di luci e musiche per gli spettacoli. Le radici, le tradizioni, seppur nel rispetto della normativa, vanno portate avanti. Oggi, con orgoglio, mi rivolgo ai montonesi, perché possiamo riapprezzare, parzialmente, questo senso comunitario e di appartenenza, che saprà ancora accomunarci per dare il meglio in queste difficoltà, con l’impegno di ognuno, ma per il bene di tutti”.
“Per questa edizione, nata dalle ceneri di una quarantena, si è optato per una festa ridimensionata secondo la normativa vigente sulla sicurezza sanitaria, nel rispetto più totale delle norme anti Covid, commenta Raffaele Bei, presidente della Pro Loco di Montone, che ha voluto comunque realizzare il Palio per poi donarlo all’Amministrazione comunale. Quest’anno i cittadini, i volontari, gli amici vicini e lontani si riuniscono ancora sotto l’antico motto dei Bracceschi gridando ‘Non Temo!’ alla pandemia, al cambiamento e al ‘nuovo’. Uniti in questa avversità abbiamo lavorato per riaprire le mura del paese, invitando tutti a beneficiare della pace che si scorge dall’alto del crinale su cui sorge, per esplorare nuovi orizzonti, godere della compagnia del vicino e guardare il futuro con sguardo positivo”.
Nelle giornate della manifestazione, il giorno, tra i caratteristici vicoli e la doppia cinta muraria medievale, sarà possibile assistere alle mostre che narrano la storia della rievocazione durante gli ultimi 60 anni, alla sfida tra gli arcieri in costume, all’esposizione di mestieranti, che propongono oggetti particolari creati con tecniche antiche; per poi ritrovarsi, la sera, dopo aver degustato un buon pasto sotto le stelle in prossimità dell’antico fortilizio di Braccio Fortebracci da Montone, in un luogo del tutto irriconoscibile e quasi irreale: catapultati indietro nel tempo. Il tutto si conclude la domenica pomeriggio con la solenne cerimonia celebrativa della Santa Spina.
L’ottimo livello qualitativo raggiunto dalla manifestazione ha avuto dall’anno 2007 l’ambìto riconoscimento del patrocinio UNESCO, Commissione Nazionale Italiana.