Lo scorso 30 novembre presso la “Sala Vetrata dei Portici Comunali“ in Piazza Garibaldi, a Todi, si è svolto, alla presenza di una sala gremita, il convegno “Donne e disabilità. Storia di una discriminazione multipla”.
In questo prezioso e lucido approfondimento che ha restituito uno spaccato sulla vita personale, sociale ed associativa, delle donne disabili, si è accesa l’attenzione sulla loro condizione, per contrastare la discriminazione multipla a cui sono soggette e a promuovere anche per loro la parità di genere. Peccato che queste donne vengano sovrastate se non zittite nella pratica quotidiana in nome di una presunta irrilevanza del genere quando si considera la condizione di disabilità. Da qui è nata la riflessione del Consigliere della Regione Umbria, Francesca Peppucci, anch’essa affetta da disabilità, dopo il traguardo raggiunto con l’Approvazione della sua proposta di Legge sulla Parità di genere delle donne con disabilità, avvenuta lo scorso 11 ottobre 2022 durante l’Assemblea Legislativa, quale integrazione alla Legge Regionale 25 novembre 2016, n.14 “Norme per le politiche di genere e per una nuova civiltà delle relazioni tra donne e uomini” che non contemplava in alcun modo la figura della donna con disabilità. “Sono partita con l’approfondire una Legge regionale, anche recente, al cui interno, purtroppo, la parola disabilità, non era mai presente- dichiara il Consigliere regionale Francesca Peppucci-la donna con disabilità non viene vista e non è la prima volta che a fronte della richiesta di rendere esplicite le misure rivolte alle donne con disabilità si incontra la resistenza di chi pensa che tale esplicitazione veicoli il messaggio che esse siano “donne speciali”, “donne diverse” o “meno donne”, invece prima di tutto sono semplicemente Donne. Oggi sono molto felice-conclude la Peppucci- che la Tutela delle donne con disabilità e le misure volte a contrastarne la discriminazione è stata inserita in questa Legge, di cui mi faccio portavoce, e mi auguro che sia la prima di una lunga serie di riforme”.
La legge riconosce un fenomeno che è da sempre sottovalutato e che interessa decine di donne ed è alla base della tutela dei diritti delle persone con disabilità.
A tal proposito è intervenuto il Garante della disabilità della Regione Umbria, l’Avv. Massimo Rolla, figura istituita da pochi mesi ma che ha un ruolo fondamentale per contrastare questo fenomeno legato alla discriminazione. Rolla è partito dal concetto di grande responsabilità che c’è dietro a questo incarico perché si agisce prima di tutte per la tutela delle persone, e poi di tutti coloro che chiedono di avere pari opportunità. Temi questi troppo spesso ignorati, ma che ora con questa legge hanno trovato un palcoscenico adeguato.
Per l’occasione, ha portato i suoi saluti, il Sindaco di Todi, Antonino Ruggiano, che ha ribadito l’assunto fondamentale, da cui partire, cioè che nessuna donna debba sentirsi discriminata. “C’è uno studio che riguarda le donne con disabilità da cui emerge un dato allarmante sui crescenti casi di discriminazione- dichiara il Sindaco Ruggiano-per questo mi impegnerò in prima persona con l’aiuto della Regione Umbria, nella figura del Consigliere Peppucci, a favore della parità di genere per le donne disabili, perchè ci siano sempre di più momenti di riflessione come questi”
In collegamento c’era Antonella Ferrari, attrice, scrittrice, e Ambasciatrice AISM, affetta da sclerosi multipla da oltre vent’anni, che ha riportato la sua preziosa testimonianza, in quanto donna disabile. “Nel mondo dello spettacolo la disabilità non viene mai menzionata, chi è affetto da disabilità, per la società, non può fare il mio mestiere- queste le parole in apertura di Antonella Ferrari-ho fatto una gran fatica per emergere e farmi largo in questo preciso ambito professionale. Vorrei fare il mio lavoro, come tutte, senza essere bloccata a causa della mia cartella clinica- continua la Ferrari- perché vorrei essere prima di tutto un’attrice e non un’attrice disabile. La Rai non mi voleva far lavorare, poi è arrivato Pupi Avati che mi ha voluta per una Fiction, scegliendomi solo per le mie doti attoriali. E nonostante tutto mi sono fatta strada, e proprio in questi giorni, riceverò l’Ambrogino d’oro, la massima onoreficienza che la città di Milano riconosce”.
La Ferrari ha sollevato anche l’altra faccia della discriminazione delle donne disabili, quella che riguarda la sfera della genitorialità e le difficoltà nel ricoprire il ruolo di madri. Lei, nello specifico, voleva intraprendere un percorso di adozione, ma non le è stato possibile, in quanto disabile e affetta da una malattia degenerativa. Poi ha concluso con rimarcare il grande passo avanti compiuto oggi nella Regione Umbria, grazie a questa legge, che sia da esempio per tutte le altre Regioni d’Italia.
La Presidente del Centro Pari Opportunità della Regione Umbria, Caterina Grechi, ha iniziato con il ricordare che fin da subito aveva espresso il suo parere favorevole alla Proposta di Legge sulla Parità di genere per le donne con disabilità. “Tema importante per una società civile che non dovrebbe istituire una legge sulla disabilità per far rispettare la parità di genere perchè dovrebbe essere scontata. Il CPO è una realtà istituzionale e trasversale- prosegue la Grechi- che va oltre la violenza che subiscono ogni giorno le donne e maggiormente le donne disabili, ma vuole fare sistema con le altre istituzioni e associazioni, perché da soli non si va da nessuna parte, affinchè al centro ci sia prima di tutto il rispetto della persona”
Dopo un messaggio di saluto dalla Vice Presidente della FISH Nazionale, Silvia Cutrera, è stata la volta di Simona Lancioni, del “Gruppo Donne” Fish, e responsabile del portale “Informare un’H” e in particolare della sezione documentaria dove è stata inserita e segnalata la Legge approvata, al fine di poter essere replicata.
“Come ho già avuto modo di argomentare nel mio approfondimento- dichiara Simona Lancioni-, ritengo che le integrazioni introdotte dalla proposta di legge siano in linea con quanto stabilito in materia di parità di genere dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, con la raccomandazione di integrare le politiche di genere con quelle della disabilità rivolta al nostro Paese dal Comitato ONU, e con le richieste avanzate dalle attiviste con disabilità impegnate sulle questioni di genere. Per questo motivo ha suscitato in me, e non solo, una riflessione il fatto che l’Assemblea del Centro per le Pari Opportunità regionale, che ha avuto modo di esprimersi sulla proposta di legge prima della sua approvazione, non l’abbia approvata all’unanimità. Come si può votare contro l’introduzione di misure finalizzate al contrasto delle discriminazioni multiple subite dalle donne con disabilità?- si chiede la Lancioni- misure che, oltretutto, sono state proposte da una donna che vive questa condizione sulla propria pelle. Purtroppo ritengo che le ragioni devono essere ricercate, almeno in parte, nell’ambivalenza che c’è nel concetto di discriminazione, per questo mi appello al principio di uguaglianza intesa come rimozione di ostacoli, riconosciuta e tutelata dall’articolo 3, comma 3, della nostra Costituzione”
Ha concluso i lavori Dominga Cotarella, l’Amministratrice Delegata dell’azienda “Famiglia Cotarella”, un’istituzione nel tuderte, ma anche nello scenario nazionale e internazionale, per la produzione di vino e olio. “Noi siamo tre sorelle nate fortunate perchè gestiamo l’eredità lasciata dai nostri genitori, la nostra azienda di famiglia -ha detto Dominga Cotarella- ma vorrei rivolgere subito una domanda alla platea: chi non ha mai provato paura? Io tante volte, perché la fragilità appartiene ad ognuno di noi, nessuno escluso. E’ il coraggio che va alimentato, perché non è diffuso. Per questo- continua la Cotarella-non solo le Istituzioni, le Associazioni ma anche i privati e le aziende devono prendersi la responsabilità sul fronte parità di genere e dei diritti per le donne con disabilità. Io oggi me la voglio prendere questa responsabilità, dicendovi che da domani la mia azienda, la mia Fondazione e l’Accademia Cotarella, saranno pronte per accogliere e far lavorare una donna disabile”
Le donne con disabilità subiscono discriminazioni maggiori anche rispetto agli uomini con disabilità, così come violenze fisiche e psicologiche. Sono discriminate anche per quanto riguarda la formazione e il lavoro. Spesso dopo la scuola non sono avviate a percorsi di formazione che possano garantire posizioni lavorative migliori e sono discriminate anche nel loro diritto alla salute, alla sessualità e alla genitorialità, per questo oggi si riconosce l’importanza di questa Legge.