Una playlist personalizzata di articoli giornalistici da scaricare e ascoltare in autobus, in macchina o durante la corsa anche senza la copertura internet: è la promessa di Lectios, l’app che propone un modo nuovo per tenersi informati nei ritagli di tempo. “L’idea è nata da una mia necessità personale”, ha raccontato Tommaso Cardone, ceo di Lectios, durante la conferenza stampa di presentazione a Roma, “anni fa lavoravo in un’altra azienda attiva sempre nel campo dell’informatica e avevo delle giornate pienissime. Non avevo tempo per informarmi così creai un software per uso personale che mi traduceva in file audio i contenuti che mi interessavano”.
Ora, dopo il lancio del prototipo grazie a un acceleratore cileno – start up Chile -, l’app è diventata lo strumento che i soci di Lectios stanno proponendo agli editori italiani. Il software rende – letteralmente – ascoltabili i siti web, trasformando i contenuti testuali delle pagine in file audio attraverso – per ora – una voce sintetica, cui in futuro si aggiungerà la possibilità di introdurre la voce dell’autore dell’articolo. Una volta istallato e attivato, appare come un widget. Cosa guadagnano gli editori? Un incremento dei contatti e del fatturato: inserendo pubblicità audio prima e dopo gli articoli, è possibile monetizzare il traffico da dispositivi mobili.
“La vera rivoluzione – ha precisato Cardone – non è l’ascolto, già possibile per gli ipovedenti sebbene di bassa qualità – ma l’ascolto programmato, sulla falsariga di Spotify”. “Senza gli strumenti necessari i media non reggono” ha commentato Franco Siddi, consigliere di amministrazione della Rai, intervenuto alla presentazione. “Auspico che l’applicazione possa generare inclusione per quelle categorie meno fortunate