Intervista ad Elisa Tonelli, alla vigilia della presentazione del suo primo cd “Fertile”
Appuntamento, per tutti gli amanti della musica di qualità, il prossimo 15 Novembre al Teatro Subasio di Spello, dove Elisa Tonelli, talentuosa cantante umbra dalle molteplici “corde” espressive, presenterà il suo primo cd da solista dal titolo “Fertile”.
Fertile rappresenta un concetto a largo spettro della mente che nasce, muta e crea e, come il fluire della vita, il disco attraversa atmosfere ed armonie che partono dalla musica antica per arrivare a sonorità jazz.
Ma conosciamo più a fondo l’artista ed il suo percorso interiore che ha condotto alla realizzazione di “Fertile”.
Innanzitutto, Elisa Tonelli, vorremmo conoscerti un po’ meglio. Abbiamo letto la tua biografia professionale e la tua formazione accademica, ma raccontaci di te, anticipando, probabilmente, ciò che coglieremo ascoltando la tua musica…
“Ho intrapreso varie strade. Mi si è sempre piaciuto curiosare tra diversi generi e, finora, non mi sono data limiti. La musica classica mi è servita per il “metodo”, il jazz per sperimentare nuove idee e per mettermi in gioco. Il genere barocco per assecondare la grande passione per la musica antica”.
Per chi vive di musica come te, offrire al mondo un tuo lavoro è un po’ come offrire al mondo una nuova vita, un ponte verso il futuro, che rimarrà oltre e dopo di noi. Tu cosa vorresti rimanesse di te e della tua arte?
“Rimangono sicuramente, in chi ti ha ascoltato e percepito, le emozioni che hai lasciato andare. L’arte fa bene a chi la riceve e non può lasciarti indifferente. Fa emergere una sensazione in te che è già insita nel tuo essere. C’è chi fa arte semplicemente per esprimersi, quasi un po’ egoisticamente, e chi ne fa più per dedizione verso il pubblico. Ogni persona che ti ha ascoltato si porta addosso un pezzo di te, la sensazione (positiva o negativa) che gli hai lasciato”.
“Fertile”, hai detto, è nato anche grazie al prezioso incontro con il Maestro Bruno Tommaso, in quale modo ti ha ispirato, o influenzato, ce ne vuoi parlare?
“Il Maestro è prima di tutto un grande uomo oltre che essere un grande artista. E’ colui che riesce a venirti incontro, ad accompagnarti. Mi ha indirizzata e stimolata fin da quando ho ascoltato le sue composizioni. Mi sono incuriosita, l’ho “pedinato”, intervistato, ascoltato… Le melodie di musica antica che ispirano i suoi brani jazz mi hanno aperto un mondo nuovo. Nel mio disco ci sono, tra l’altro, cantigas, una lauda, una ninna nanna ispirata da un testo popolare tradizionale, c’è quindi il folk che convive con la musica antica e il jazz. Rappresenta il mio percorso”.
Oltre che interprete sei anche autrice di un brano del cd, cosa spinge un’interprete della tua intensità a cimentarsi anche nel ruolo di autrice? E’ stata la tua prima esperienza?
“A volte creo, a volte interpreto. Non ho una regola. In questo caso, ho realizzato che una delle mie creazioni fosse adatta per questo percorso. Il canto è un veicolo per raccontare. Quando mancano le storie inizio a scrivere, come accaduto nel caso de Il Somaro di Natale”.
Qualcosa in più sullo spettacolo?
“Fertile, il disco, nasce dalla musica delle menti fertili (appunto) che ho incontrato in questi anni. Fertile… il desiderio che spinge la vita, lo spettacolo, nasce dall’idea di mettere un racconto parlato tra le musiche del progetto. Un lavoro svolto con l’amica e regista Viola Buzzi che ha scritto anche il testo del racconto. Il desiderio di cui parliamo non è un desiderio che compra, ma che riceve e che è pronto ad accogliere (desiderio fertile). La fertilità è un mistero, un qualcosa che sfugge dalla volontà. Qualsiasi tipo di creazione è fertile, non fa calcoli, non fa conteggi ma lascia andare tutto e riceve un seme, una visita. Lo spettacolo finisce con una frase fortissima presa dai Vangeli Apocrifi. Da vedere”…
I tuoi progetti in un futuro più o meno immediato?
“Seguo la corrente e seguo me stessa. A volte mi inseguo, a volte scappo… vediamo chi arriva prima”.
di Benedetta Tintillini