Sarà aperta fino al 7 aprile 2024 la mostra dedicata a ‘I Fasti di Elisabetta Farnese. Ritratto di una Regina’, allestita nella Cappella Ducale di Piacenza e organizzata dai Musei Civici di Palazzo Farnese con il supporto del Comune di Piacenza, in collaborazione con la casa editrice Electa e patrocinata da Ministero della Cultura, Regione Emilia-Romagna e Comune di Parma, con il contributo di Banca di Piacenza, Camera di Commercio di Piacenza, Confindustria Piacenza, Coop Alleanza 3.0, Valcolatte S.p.a., Fondazione di Piacenza e Vigevano, Sicuritalia IVRI spa.
Un omaggio della città a una donna singolare, considerata di grandezza e cultura straordinarie, la cui ambizione e intelligenza furono note e apprezzate dai contemporanei, in particolare dal re Filippo V, suo consorte dal 1714.
“Il cuore energico di un romano, la fierezza di uno spartano, la pertinacia di un inglese, l’astuzia di un italiano, la vivacità di un francese. Non vi è cosa che sappia sorprenderla, nessuno che sappia arrestarla”. Così Federico di Prussia descrisse Elisabetta Farnese, la donna più influente dell’Europa del 700. Nata a Parma, nel palazzo della Pilotta, nel 1692, figlia del duca Odoardo e della principessa teutonica Dorotea Sofia di Neuburg, amava definirsi ‘piacentina’ dato che trascorreva con la sua corte circa dieci mesi all’anno nel piacentino, appunto, palazzo Farnese. Scelta come seconda moglie di Filippo V, nipote del Re Sole e Re di Spagna, grazie all’opera del cardinale Giulio Alberoni, con l’intento di aumentare l’influenza dei Farnese nel concerto europeo, riuscì a imporre la sua volontà sul debole e suggestionabile marito e ad assicurare un trono ai figli da lui avuti.
L’esposizione a lei dedicata nella Cappella Ducale di Piacenza s’incentra su sei importanti dipinti, concessi in prestito in via straordinaria dalla Reggia di Caserta e dal Municipio di Parma, appartenenti a un ciclo noto come i ‘Fasti di Elisabetta’, eseguiti nella prima metà del Settecento dal pittore di corte Ilario Mercanti detto lo Spolverini e tornati per l’occasione a Piacenza dopo quasi 300 anni dalla loro migrazione a Napoli, città dove Carlo di Borbone, figlio di Elisabetta e Filippo, trasferì i Fasti e gran parte dei tesori artistici appartenuti ai Farnese. Attorno a questo nucleo di dipinti ruotano altre venti opere, molte delle quali provenienti da collezioni pubbliche e private, che permettono di ammirare insieme, per la prima volta, i Fasti di Caserta e Parma riuniti a quelli già presenti a Piacenza dal 1928.
L’esposizione (per info: 3384300309-info.fasti@comune.piacenza.it), ideata e curata dagli storici dell’arte Antonella Gigli e Antonio Iommelli, è enfatizzata da videoproiezioni, aule immersive ed ologrammi che, attraverso la ricostruzione di narrative, luoghi e ambienti, guidano i visitatori a vivere in prima persona i Fasti di Elisabetta.
Maria Vittoria Grotteschi