E’ partito lo scorso 10 agosto il progetto Life denominato ‘Eolizard’ per la conservazione della lucertola delle Eolie, uno tra i rettili a più alto rischio di estinzione del vecchio continente, indicata dall’IUCN (Unione Internazionale della Conservazione della Natura) come Critically Endangered.
Finanziato dal programma LIFE dell’Unione Europea, il progetto, per i prossimi cinque anni, ha l’obiettivo di tutelare le popolazioni relitte di questa specie e a garantirne la sopravvivenza nel lungo termine attraverso la creazione di un santuario all’interno dell’arcipelago eoliano dove saranno reintrodotte nuove popolazioni allevate in cattività.
La lucertola delle Eolie negli ultimi decenni ha dovuto affrontare una sempre maggiore antropizzazione dell’habitat dovuta al crescente turismo. I fattori principali che la minacciano sono rappresentati dalla perdita e dal degrado del suo habitat e dall’arrivo della lucertola campestre, che nel tempo ha causato una sua fortissima rarefazione in termini demografici, e il suo confinamento nelle attuali località attraverso fenomeni di competizione e ibridazione.
Ad oggi, la lucertola delle Eolie, un tempo verosimilmente distribuita su tutte le sette isole Eolie, sopravvive in tre isolotti di ridottissime dimensioni (Scoglio Faraglione, Strombolicchio e La Canna) e un piccolo promontorio sull’isola di Vulcano (Capo Grosso).
Il progetto ha un partenariato scientifico variegato costituito da: l’Università degli Studi di Roma Tre (coordinatore), l’Associazione Triton ETS, l’Università degli Studi dell’Aquila, il Consiglio Nazionale delle Ricerche, la Fondazione Bioparco di Roma, il Comune di Malfa e una serie di partner associati italiani e internazionali tra cui, l’Università di Milano Statale, l’Associacao BIOPOLIS (Portogallo) e il laboratorio di Biometria e Biologia Evoluzionistica (LBBE) del CNRS (Francia).
Durante i cinque anni di progetto i partner perseguiranno la tutela della lucertola delle Eolie e del suo habitat attraverso due fronti d’azione: l’incremento numerico della popolazione, attraverso un programma di allevamento in cattività̀ (sfruttando il know-how della Fondazione Bioparco di Roma, che ha già̀ un progetto avviato sulla specie) a cui farà seguito un rilascio in natura. In parallelo, si procederà alla tutela della popolazione presente sull’isola di Vulcano, minacciata dalla presenza del ratto nero (competitore e potenziale predatore), come anche dell’alterazione dell’habitat.