Riportare l’uomo sulla Luna e, questa volta, restarci: è l’obiettivo che accomuna l’Agenzia spaziale europea (Esa) e la sua omologa russa Roscosmos, pronte a dare il via ad una serie di nuove missioni per verificare le condizioni che permetterebbero di creare un insediamento umano permanente realizzando così un sogno bruscamente interrotto negli anni Settanta.
Apollo 11 fu la missione spaziale che portò i primi uomini sulla Luna, gli astronauti statunitensi Neil Armstrong e Buzz Aldrin, il 20 luglio 1969 alle 20:17:40 UTC. Armstrong fu il primo a mettere piede sul suolo lunare, sei ore più tardi dell’allunaggio, il 21 luglio alle ore 02:56 UTC. Aldrin arrivò 19 minuti dopo. I due trascorsero circa due ore e mezza al di fuori della navicella, e raccolsero 21,5 kg di materiale lunare che riportarono a Terra. Il terzo membro della missione, Michael Collins (pilota del modulo di comando), rimase in orbita lunare mentre gli altri due erano sulla superficie; dopo 21,5 ore dall’allunaggio, gli astronauti si riunirono e Collins pilotò il modulo di comando Columbia nella traiettoria di ritorno sulla Terra. La missione terminò il 24 luglio, con l’ammaraggio nell’Oceano Pacifico.
La prima missioneche riporterà l’uomo sulla Luna, secondo quanto si apprende dalla Bbc, si chiamerà ‘Luna 27’ e sarà lanciata entro 5 anni. Avrà come protagonista un lander che dovrà posarsi sul suolo lunare ed esplorare il bacino Polo Sud-Aitken, posto sul lato oscuro del nostro satellite: essendo tra i luoghi più freddi del Sistema solare, questa regione potrebbe essere una ‘prigione’ gelata che intrappola acqua ed altri elementi chimici nascondendoli dalla luce del Sole. Secondo James Carpenter, responsabile della missione per Esa, uno degli obiettivi principali è quello di verificare se questa acqua può essere in qualche modo sfruttata per le missione umane e se può rivelarci informazioni preziose sull’origine della vita nella parte più interna del Sistema solare.
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