“I Florio. La vera storia della famiglia diventata leggenda” è il titolo del libro edito da Diarkos scritto dal giornalista e scrittore Pino Casamassima (brossura).
Il fascino che da sempre avvolge la famiglia Florio è indiscutibile, lo testimonia il successo e il numero delle pubblicazioni che hanno analizzato la parabola della loro stirpe dalle più varie angolazioni.
Ai romanzi, i diari, le biografie degli esponenti più intriganti e carismatici si aggiunge il volume scritto da Pino Casamassima che non si limita a narrare le vicende accorse alle varie generazioni della famiglia di origine calabrese, ma le implementa, dipingendo uno splendido e mutevole affresco.
Un affresco che illustra, oltre alle gesta dei Florio, il periodo storico nel quale la fortuna della famiglia nasce, si sviluppa e muore, ne analizza le implicazioni sociali e politiche, con un ricco apparato di note e citazioni che ampliano e approfondiscono aspetti, dettagli e personaggi che della storia dei Florio hanno fatto parte, più o meno marginalmente.
Dai moti del 1821 alla rivoluzione del 1848, dall’unità d’Italia sotto i Savoia al Fascismo, la parabola dei Florio ha accompagnato ed è stata plasmata dai sovvertimenti politici e da un’epoca travolgente, di rapidi mutamenti politici ma anche tecnologici, e dall’orrore del primo conflitto mondiale.
Fedeli al vecchio adagio, la famiglia Florio nel giro di tre generazioni ha saputo costruire, mantenere e poi disperdere un ingentissimo capitale, tale da far dimenticare a tutti le loro misere origini, e da elevarli al pari di regnanti e nobili dei cui titoli sono riusciti a fregiarsi grazie ai matrimoni, stringendo amicizie con personaggi della storia, della letteratura, dello sport e dello spettacolo del calibro di Gabriele D’Annunzio, Emma Gramatica e Tazio Nuvolari, che partecipò alla mitica Targa Florio insieme ai più grandi piloti dell’epoca, incluso un astro nascente che farà la storia dell’automobilismo: Enzo Ferrari.
Molti brani del diario di donna Franca, moglie di Ignazio Florio jr. al quale si addebita la caduta in disgrazia della casata, arricchiscono le pagine del libro di Casamassima, offrendo al lettore una visione tanto lontana dalla pragmaticità dei giorni nostri, dolente e al tempo stesso incapace di capire la reale situazione, così chiusa nel suo dolore per la scomparsa dei primi due figli da cercare o creare sempre eventi mondani attraverso i quali lenire le ferite, infliggendone di nuove al patrimonio di famiglia con le proprie spese e quelle del marito spendaccione e viveur.
Ritratta da Boldini in un celeberrimo quadro, a noi non rimane che ammirare la sua bellezza di donna Franca e la sua evanescente femminilità, evanescente come la fortuna che arrise ai Leoni di Sicilia e che, con l’avvento del nuovo secolo, per vari motivi e colpe, sfumò dalle loro mani per sempre.
Benedetta Tintillini