Quattro miliardi di risparmi dal 2000 a oggi e accesso alle terapie per un numero crescente di pazienti. E’ l’effetto prodotto dai farmaci generici equivalenti e biosimilari in Italia, dove il 1996 nasceva Assogenerici.
L’associazione dei produttori di farmaci equivalenti e di medicinali biosimilari celebra il suo traguardo – in occasione della sua assemblea pubblica annuale – ricordando, per bocca del presidente Enrique Hausermann, alcuni dati importanti: “Dal 2000 ad oggi, senza farmaci equivalenti e biosimilari la spesa farmaceutica sarebbe stata di 4 miliardi più alta”. “Se nel nostro Paese si è riusciti nel tempo a sostenere la spesa farmaceutica e a permettere l’adozione progressiva dell’innovazione – aggiunge Hausermann – lo si deve alla presenza di un settore, quello dei medicinali equivalenti e biosimilari, dinamico e competitivo.
In questo delicato momento economico e istituzionale, il nostro impegno è di essere sempre al fianco del nostro Servizio sanitario nazionale, come un’importante risorsa nell’impegno complessivo per la sua sostenibilità”. “I farmaci generici equivalenti e biosimilari rappresentano uno strumento particolarmente adatto a coniugare accesso alle terapie per un più ampio numero di pazienti e sostenibilità, perché contribuiscono, per loro natura, sia al processo di razionalizzazione della spesa pubblica, sia alla crescita economica del Paese. Di qui il valore etico ancor prima che economico – prosegue il presidente di Assogenerici – del ‘bene farmaco’. Un valore del quale siamo profondamente convinti e sul quale si fonda la missione delle aziende che aderiscono alla nostra associazione”. Ma ci sono dei nodi. “Come sosteniamo da tempo – sottolinea Hausermann – occorre rivedere nel suo complesso la governance del sistema, cercando di salvaguardare le caratteristiche del nostro servizio sanitario: inclusività, universalità e solidarietà. Alla battaglia che l’attuale ministro della Salute sta conducendo, per salvaguardare l’eccellenza della tutela della salute nel nostro paese, occorre affiancare misure che ne rendano sostenibile la gestione, per evitare che l’universalismo rimanga solo sulla carta”.
“Serve dunque un Patto di stabilità pluriennale – dice ancora Hausermann – in grado di fornire regole certe per lo sviluppo di un mercato dinamico e concorrenziale, che deve essere perseguito, a nostro avviso, seguendo poche ma chiare direttrici: introduzione di un sistema di rimborsabilità dei farmaci basato su fasce di reddito; potenziamento dell’attività di informazione indipendente per l’utilizzo dei generici equivalenti e biosimilari, sia verso la classe medica sia verso i pazienti; superamento degli aspetti più critici del pay back”.
Solo così, conclude Hausermann, “il nostro settore potrà continuare a produrre valore per l’economia del Paese e per la salute dei cittadini. Siamo una risorsa che genera risorse e salute”.