L’affresco “Madonna in trono col bambino, angeli e San Francesco” del Cimabue, noto anche come “Maestà di Assisi”, nella chiesa inferiore della Basilica di san Francesco in Assisi verrà restaurato, a 50 anni dall’ultimo intervento, grazie al contributo dell’azienda Ferrari.
Il progetto conservativo, curato da un’equipe della Tecnireco diretta dal capo restauratore della Basilica di San Francesco, Sergio Fusetti, in accordo con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, inizierà il prossimo gennaio e durerà circa un anno.
«L’affresco raffigurante la Vergine Maria in trono col bambino, angeli e San Francesco di Cimabue tornerà finalmente all’antico splendore grazie al contributo della Ferrari che ha deciso di prendersi cura di questo importante dipinto della storia dell’arte mondiale, – ha dichiarato il Custode del Sacro Convento di Assisi, fra Marco Moroni, OFMConv -. L’opera ci trasmette anche il ritratto più conosciuto e probabilmente più antico e realistico di san Francesco, di quell’uomo che Tommaso da Celano descrisse come “di statura mediocre piuttosto piccola, testa regolare e rotonda, il viso un po’ ovale e proteso, fronte piana e piccola, occhi neri, di misura normale e pieni di semplicità” (FF 465). Un grazie – conclude fra Marco – a Ferrari che ha deciso di sostenere e valorizzare l’arte italiana di cui siamo orgogliosi custodi. Per noi frati è un onore poter curare e valorizzare, grazie al contributo di benefattori e semplici cittadini, questo inestimabile bene che è la Basilica di san Francesco e di presentarlo ai visitatori di oggi e di domani».
«Ferrari porta in tutto il mondo il nome dell’Italia. Un Paese eccezionale, celebre per il suo patrimonio artistico millenario. Per Ferrari, che appartiene a un mondo del lusso sempre più vicino a quello dell’arte e della cultura, è importante dare un contributo per preservare un capolavoro che racconta il valore di questa unicità. E che ci tramanda l’insegnamento dell’umiltà di San Francesco – commenta Benedetto Vigna, CEO di Ferrari -. Credo molto nella responsabilità sociale d’impresa che, grazie alla collaborazione fra enti di natura pubblica e privata, può portare a risultati rilevanti. Ne sono esempi i nostri progetti nel campo dell’educazione, così come della salute o della protezione ambientale. E, con il progetto annunciato oggi con i frati del Sacro Convento di Assisi, nel campo della conservazione dei beni culturali».
«A distanza di venticinque anni dal sisma e a cinquanta dall’ultimo restauro risulta urgente una manutenzione e una revisione/aggiornamento dell’ultimo intervento – ha dichiarato il capo restauratore della Basilica di san Francesco in Assisi, Sergio Fusetti -. Questo consentirà un generale miglioramento dello stato di conservazione dell’affresco per gli anni a venire. L’intervento sarà preceduto da una attenta e approfondita indagine per immagini con le metodologie più moderne. Una volta terminata la fase diagnostica, l’intervento verterà principalmente nella rimozione dei depositi di particellato atmosferico e strati di sporco incoerenti che offuscano le cromie, e alla risoluzione dei problemi di adesione della pellicola pittorica, dei residui delle dorature nonché l’aderenza dello strato di intonaco alla muratura. Questi interventi serviranno a riportare all’antico splendore una delle opere più importanti del Cimabue».
L’affresco
Databile attorno al 1285-1290 circa, l’opera è situata nel transetto settentrionale della chiesa inferiore della Basilica di San Francesco in Assisi. L’affresco è celebre perchè raffigura, oltre a un’immagine monumentale della Vergine in trono, uno dei più antichi ritratti di San Francesco, che secondo la tradizione fu eseguito sulla base delle indicazioni di coloro che lo avevano personalmente conosciuto. Un Affresco dal valore universale che continuerà a risplendere grazie a un delicato progetto conservativo.
Il restauro
Lo stato di conservazione del dipinto per quanto concerne la stabilità degli strati preparatori e pittorici non è dissimile da quello riscontrato negli affreschi limitrofi anche se eseguiti in epoche più tarde. Il sito di cui fa parte la Basilica è tra quelli indicati a forte rischio e vulnerabilità sismica, come purtroppo hanno dimostrato i tragici eventi del 1997, motivo per cui è diventato particolarmente importante seguire un rigido calendario di interventi di manutenzione e restauro.
Nel caso specifico l’ultimo intervento approfondito di monitoraggio visivo del dipinto ha avuto luogo circa 25 anni fa in concomitanza con il sisma, anche se durante questo ultimo periodo non è mai venuto meno un controllo a cadenza annuale, che con osservazioni ravvicinate a luce naturale e a luce radente e mediante auscultazione e percussione con le dita ha escluso uno stato di sostanziale pericolo per la preziosa opera.
Precedentemente le operazioni di restauro vennero effettuate dall’ICR nel 1973 e giunsero alla conclusione che l’affresco originale era molto consumato. L’intervento di manutenzione che verrà fatto dalla Tecnireco, rappresenta il completamento dell’attenta e minuziosa opera di conservazione e revisione dei precedenti restauri.