La Fiera di San Felice, rievocazione della grande Fiera della transumanza prende vita tra stand di prodotti tipici, tradizionali Igp e Dop
Taglio del nastro lo scorso sabato per la Fiera di San Felice-Mostra Mercato del Bestiame e dei Cereali, gusto ad alta quota, aria fresca, eventi e buon magiare che, in una giornata di pieno sole, ha visto presenti il sindaco di Monteleone di Spoleto Marisa Angelini, Erika Borghesi consigliera della Provincia di Perugia e Luca Barberini Assessore alla Sanità della Regione Umbria.
La banda di Monteleone di Spoleto, che a dicembre festeggerà i 40 anni di attività, ha portato tutti gli ospiti alla scoperta della mostra mercato, unica nel suo genere. Nella mattinata si è tenuta, nel teatro Comunale, la proclamazione del titolo di Ambassador Fiera di San Felice 2017, premio alla qualità e alletica e al gusto italiano nel mondo, che è stato consegnato alla famiglia Ciampini, presente Giuseppe Ciampini, che con commozione ha ripercorso la sua infanzia e i bellissimi ricordi legati a questo territorio unico nel mondo. “La famiglia Ciampini – ha spiegato Angelini – ha iniziato il suo percorso nel lontano 1941 nel cuore pulsante della città di Roma attraversando e con la sua attività storici luoghi e pittoreschi strade: partendo da Piazza Navona con lo storico locale “Tre Scalini”, passando poi per via Frattina negli anni ’50, fino alla suggestiva Piazza San Lorenzo in Lucina. Nel 1989 la famiglia Ciampini stabilisce definitivamente la sua attività nella caratteristica Piazza San Lorenzo in Lucina. Nel 2000 il Time International elegge il caffè “Best Caffè in town”. Per Erika Borghesi l’affiatamento tra i sindaci della Valnerina è un esempio di collaborazione tra territori virtuoso. “Confermo l’impegno della Provincia per riaprire e sistemare le strade provinciali che collegano questi splendidi paesi”.
Spiega bene cosa era la mostra di San Felice in passato Flammini Gianfranco: intorno a questa fiera, detta anche della transumanza, giravano personaggi e mestieri. Era prima di tutto una vetrina per il bestiame poi si commerciava anche lane di pecora, mobili antichi in noce, vecchie attrezzature casalinghe. Il personaggio chiave della fiera era il sensale doc maestro nella contrattazione, vendita di ogni genere danimali come pecore, asini, muli, mucche. Lui sollevava il labbro dell’animale, dava un rapido sguardo alla dentature, emetteva il verdetto, formulandone il prezzo, qualche volta cercando di favorire l’acquirente, a volte colui che vendeva. La sua parola era sacra, non passibile di contestazione.
Donatella Binaglia