di Katia Cola
“Api Regine. Commedia Fantascientifica sull’eliminazione del maschio” conquista il pubblico di FolignoLibri 2018.
L’evento infatti, ha registrato il sold out di presenze e partecipazioni. La pièce, andata in scena venerdì 21 settembre al Teatro Zut! rientra tra i numerosi eventi e le coinvolgenti iniziative della kermesse FolignoLibri, la tre giorni nata dalla felice collaborazione tra la città centro del mondo ed Umbria Libri e promossa da Coworking Multiverso e dall’Associazione culturale Ikara.
“Api Regine. Commedia Fantascientifica sull’eliminazione del maschio” va oltre la mera rappresentazione teatrale ponendosi come un trampolino di lancio per una sana ed indispensabile riflessione sui rapporti uomo – donna. Un pour parler che non lascia lo spettatore in un asettico non sense ma lo accompagna in una profonda meditazione sulla disparità di genere, tema e fil rouge dell’edizione numero quattro di FolignoLibri2018.
Un’opera sorprendente nelle conclusioni che offre allo spettatore e che, attraverso i meccanismi del racconto di fantascienza con un velato e pungente humor, analizza i rapporti di potere e le devianze di una società dispotica femminista. Messa in scena dalle compagnie Murmuris e AttoDue scritto e diretto da Magdalena Barile “Api Regine. Commedia Fantascientifica sull’eliminazione del maschio” è la distopia di un mondo total pink governato da sole donne che, grazie ad una metamorfosi e alla crescita del pungiglione, si sono trasformate in api prendendo il potere e spazzando via diecimila anni di patriarcato. Il modello sociale adottato dalle donne è quello dell’alveare caratterizzato da una rigida divisione in caste e dove il gentil sesso che, tanto gentile non appare, regna incontrastato sui fuchi ritenuti inoperosi e che muoiono dopo l’accoppiamento. Dopo secoli di separatismo, in una delle scuole dell’alveare viene accettato il primo allievo maschio. E’ l’inizio di una nuova era di uguaglianza o l’ultimo fallimento di una società basata sul predominio di genere? La risposta è lasciata allo spettatore.
Una scenografia loquace nella sua essenzialità: un semplice paravento semitrasparente a simulare l’alvare che muta da alcova a lucus di rigenerazione ad inevitabile spunto per riflessioni sul futuro che una parte delle api vorrebbe immutabile. Un semplice divisorio dai controversi significati dietro al quale si compiono azioni cruente o si parte in voli pindarici: dal racconto delle utopie succedutesi nell’iter della storia umana all’uccisione di Giovanna d’Arco episodio assurto ad emblema della violenza sulla donna.