L’Umbria riparte e riparte anche la cultura, con i musei e le mostre della Fondazione CariPerugia Arte pronti ad accogliere nuovamente i visitatori dopo mesi di chiusura imposti dai vari lockdown.
Dal primo maggio riapriranno dunque al pubblico a Perugia Palazzo Baldeschi con la mostra “Raffaello in Umbria e la sua eredità in Accademia”, a Gubbio le Logge dei Tiratoi della Lana con “Dal lustro all’istoriato: Raffaello e la nuova maiolica” e la Casa di Sant’Ubaldo.
“Pur nella difficile situazione che stiamo affrontando – commenta il Presidente della Fondazione CariPerugia Arte, Luca Galletti – la nostra Fondazione è stata tra le realtà che si sono impegnate nel portare avanti il programma redatto prima della pandemia con l’apertura delle mostre tematiche lo scorso settembre, poi sospese al manifestarsi della seconda ondata di contagi. Oggi, siamo felici di comunicare che riapriremo il 1 maggio, prorogando gli eventi fin dopo l’estate. Oltre alla possibilità di poter visitare i nostri già magnifici contenitori d’arte, vogliamo offrire al pubblico l’occasione di godere di percorsi espositivi di grande valenza artistica, storica e documentale, con i quali continueremo a rendere omaggio al grande Raffaello. Ringrazio pertanto tutti coloro che a vario titolo hanno contribuito a rendere possibile questa opportunità – la Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia e la struttura di CariPerugia Arte, l’Accademia di Belle Arti Pietro Vannucci, i collaboratori, i prestatori e i tecnici – con l’augurio a tutti che si possa presto tornare alla normalità, nella consapevolezza che l’arte e la cultura saranno fondamentali per recuperare il senso di comunità, oltre che come motore di ripresa turistica ed economica”.
“La Fondazione Accademia di Belle Arti Pietro Vannucci – afferma il Presidente Mario Rampini – si associa alle parole del Presidente Galletti, orgogliosa e onorata di aver potuto avviare una proficua collaborazione con CariPerugia Arte, così come è quella ormai consolidata con la Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia. L’iniziativa espositiva per le celebrazioni raffaellesche, in linea con il Comitato nazionale e quello regionale, hanno consentito di portare all’attenzione del pubblico il grande e articolato patrimonio dell’Accademia di Belle Arti di Perugia, storicamente in prima fila nella riscoperta, studio, rivalutazione dell’opera dell’urbinate, così ben rappresentata anche grazie a prestigiosi prestiti di musei, amministrazioni comunali e collezionisti privati. Ci auguriamo di poter continuare a progettare e realizzare insieme manifestazioni culturali di pari livello, anche in previsione degli altri importanti centenari che si prospettano”.
Tra le mostre che hanno ottenuto il riconoscimento del Comitato Nazionale per le celebrazioni raffaellesche, “Raffaello in Umbria e la sua eredità in Accademia” è nata nel 2020 dalla volontà condivisa della Fondazione CariPerugia Arte e dell’Accademia di belle Arti Pietro Vannucci di dedicare al grande maestro del Rinascimento un percorso espositivo che ne ricostruisse l’intera esperienza umbra in occasione del quinto centenario della sua scomparsa. Inaugurata a settembre 2020 e poi sospesa in seguito alle restrizioni anti Covid, la mostra torna ad essere accessibile al pubblico dal 1 maggio e fino al 3 ottobre 2021 permettendo a quanti non ne hanno avuto ancora l’occasione di visitare un percorso che riunisce in modo armonico magnifici effetti scenici con una ricchissima sezione documentale.
A cura di Francesco Federico Mancini, con la regia della Fondazione CariPerugia Arte e il contributo della Soprintendenza Archivistica dell’Umbria e delle Marche e dell’Archivio di Stato di Perugia, una sezione della mostra riproduce attraverso sorprendenti effetti scenici e multimediali accompagnati da una voce narrante che le contestualizza dal punto di vista storico tutte le dodici opere realizzate da Raffaello in Umbria. Fanno parte di questa sezione anche due dialoghi realizzati da attori che portano in scena l’artista mentre si confronta con suo padre e con il suo maestro Pietro Vannucci, detto il Perugino, e tre opere del Rinascimento umbro appartenenti alla collezione della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia e realizzate da tre maestri a cui Raffaello si ispira e con i quali si relaziona quando arriva in Umbria: Perugino, Pintoricchio e Signorelli.
L’altra sezione della mostra, dal titolo “L’Accademia di Perugia e Raffaello: da Minardi e Wicar al Novecento” è realizzata dall’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia e curata da Alessandra Migliorati, Stefania Petrillo e Saverio Ricci, con il coordinamento di Giovanni Manuali, conservatore dei Beni dell’accademia. Si articola in quattro parti tematiche e cronologiche che vogliono mostrare e dimostrare come, per tutto l’Ottocento, Perugia, grazie alla presenza di Tommaso Minardi, fu un epicentro insieme a Roma della corrente purista e del ritorno all’arte di ispirazione religiosa. L’Accademia infatti fu un vivaio di talentuosi pittori che rielaborano la lezione degli antichi maestri, Perugino e Raffaello prima di tutti, attualizzandone modelli e stile, interpretando quel gusto neo-rinascimentale, molto apprezzato anche dal collezionismo e dal mercato internazionale dell’epoca.
Restando in tema di suggestioni raffaellesche a Gubbio riaprono gli spazi delle Logge dei Tiratori della Lana dove sarà ancora possibile ammirare le splendide ceramiche della compongono il percorso “Dal lustro all’istoriato: Raffaello e la nuova maiolica” a cura di Giulio Busti e Franco Cocchi con la collaborazione di Luca Pesante ed Ettore Sannipoli.
La mostra, suddivisa in quattro sezioni, documenta attraverso circa centoquaranta opere, altri materiali e supporti multimediali, le caratteristiche e il rapido passaggio dalla produzione a lustro a quella istoriata, con particolare riferimento alla riproduzione dalle incisioni e stampe delle opere di Raffaelo e altri pittori dell’epoca.
Oltre alle tre sezioni “Deruta, Perugino, Pinturicchio e i vasi che paion dorati”, “Mastro Giorgio finì de maiolica” e “Raffaello e l’istoriato”, c’è un vero coup de théâtre rappresentato da “La camera delle curiosità e delle meraviglie” che ricrea idealmente una camera di collezioni d’arte e curiosità ceramiche, tornato in voga fra Ottocento e Novecento come ripresa storicista di quelle che fin dal Rinascimento avevano trovato collocazione nelle dimore reali, nobiliari, di scienziati e uomini illustri e istituzioni. Di grande impatto scenografico questa parte dell’allestimento comprende cinquantacinque opere ispirate alla iconografia raffaellesca.
Sempre a Gubbio riapre anche la Casa di Sant’Ubaldo, con la sua ricca raccolta di immagini e ritratti che riproducono la figura canonica del santo patrono di Gubbio tratte da dipinti di grande pregio artistico – come quelli di Sinibaldo Ibi e Benedetto Nucci – che impreziosiscono il primo piano della struttura insieme ad una collezione di dipinti e di ceramiche che, a loro volta, vogliono testimoniare la storica vocazione artigiana e artistica del territorio.
Nel rispetto delle distanze di sicurezza è necessaria la prenotazione. Biglietterie online sul sito della Fondazione.