Correva il 1983 e la formazione, per le aziende, era qualcosa di totalmente innovativo. Fu in quel contesto pionieristico che venne fondata Fòrema. Da allora sono passati quarant’anni e in occasione del proprio compleanno l’azienda del sistema confindustriale veneto ha dato alle stampe un libro, a firma di Matteo Sinigaglia, direttore generale dell’ente, e Roberto Baldo, responsabile della progettazione e attività finanziate, intitolato “Il valore del capitale umano – 40 anni di Fòrema nella formazione e nel lavoro” (stampa Grafica Veneta, edizioni Fòrema, 219 pagine, 14,9 euro), che ha come obiettivo analizzare l’attuale momento storico del mondo del lavoro alle prese con un cambiamento epocale tra intelligenza artificiale e nuove competenze
“Il ruolo della formazione e della cultura nelle aziende sarà sempre più importante e si trasformerà”, spiegano Sinigaglia e Baldo. “Le aziende investiranno in formazione auto-organizzata e faciliteranno l’auto apprendimento trasmettendo la capacità e la mentalità per trasformare le competenze dei team. Le persone apprenderanno di volta in volta nuove competenze in base ai progetti da affrontare. Sarà sempre più importante avere un metodo per potersi muovere nella cultura aziendale e farla evolvere, intraprendendo in autonomia percorsi di crescita su misura. Ma non basta. Verrà a costituirsi un ecosistema virtuoso di organizzazioni in cui le persone trasformano i propri talenti calandosi in contesti diversi e diffondendo cultura del cambiamento. La scuola avrà l’obbligo di reinventare se stessa con nuove metodologie e con l’uso di nuove tecnologie”.
I temi trattati nel libro sono otto, articolati in altrettanti capitoli. Si inizia con la visione del capitale è poi un focus sulla preparazione scolastica in Italia per il mondo del lavoro.
“L’invecchiamento demografico e le implicazioni nel sistema educativo convivono in un mondo dove è necessaria la formazione continua in ottica digital”, spiegano gli autori. Interessante poi il capitolo dedicato al “lavoro del futuro”, dove si cita anche Adriano Olivetti per parlare di rischi ed opportunità nella transizione digitale e sostenibile. “Il tema del digitale e di come le competenze stiano cambiando nell’era dell’intelligenza artificiale sarà prioritario per i prossimi anni – incalzano Baldo e Sinigaglia – perchè l’intelligenza artificiale è destinata a cambiare i paradigmi del mondo dell’occupazione a lungo”.
Le competenze, d’altro canto, cambiano e la scuola torna al centro dell’interesse degli autori. Nel testo si parla di nativi digitali che convivono con il digital gap sia tra i banchi che nel modello di formazione continua. Da queste premesse il quinto capitolo, dedicato al collegamento tra il sistema educativo e le imprese: si parla di orientamento, formazione secondaria e terziaria in rapporto alle Università e agli Its. Segue il focus sulla formazione per gli imprenditori, ma anche sui fondi interprofessionali del sistema.