“Speriamo che sia la volta buona”. E’ un auspicio, ma anche una certezza, quella del soprintendente al Colosseo e all’area archeologica centrale di Roma, Francesco Prosperetti, nell’attesa che la luce naturale si spenga per lasciare il posto alla luce del nuovo impianto progettato e realizzato da Acea, che d’ora in poi illumina i monumenti che lambiscono l’antica strada che attraversa il Foro Romano, dall’Arco di Tito all’Arco di Settimio Severo.
“Illuminazioni del Foro in passato ne sono state tentate più volte – spiega Prosperetti – e tutti gli esperimenti hanno trovato il limite nella tecnologia del tempo che richiedeva corpi illuminanti di grande consumo e di grande ingombro. Adesso, grazie alla nuova tecnologia dei led riusciamo a fare un impianto che incredibilmente consuma la metà della metà di quelli precedenti con una quantità di monumenti illuminati molto superiore. L’auspicio è quindi che la nuova illuminazione si riveli durevole e soprattutto uno strumento per avvicinare il Foro Romano alla città, nel senso di renderlo godibile nella buona stagione anche di notte”.
Dal 22 aprile, e per tutti i venerdì fino al 28 ottobre prossimo, infatti, il Foro Romano si apre la notte al pubblico con visite guidate per il percorso ‘La luna al Foro Romano’. Dalle 20 a mezzanotte gruppi di massimo 25 partecipanti potranno ammirare l’emergere delle antiche rovine illuminate lungo la via Sacra, guidati da archeologi e storici dell’arte. Un percorso nuovo, inaugurato dalla soprintendenza Speciale per il Colosseo e l’area archeologica centrale di Roma, con Electa, che si aggiunge al ciclo di visite serali ‘La luna sul Colosseo’ in corso ogni lunedì, giovedì, venerdì e sabato fino al 29 ottobre.
“Sarà una novità per i romani – prosegue Prosperetti – perché consentirà di visitare una parte dei Fori che, salvo qualche tentativo di alcuni anni fa, non è mai stata aperta al pubblico. Ci auguriamo ovviamente di avere una buona risposta di pubblico, necessaria per aiutarci a pagare i costi dell’illuminazione”. L’impianto è stato progettato anche per aiutare nella ‘lettura’ delle diverse epoche e delle differenti fasi di utilizzo dei monumenti.
“Abbiamo adottato due temperature di colore diverse – spiega il soprintendente – per i marmi e per i muri di laterizio. Ad esempio, i due tipi di illuminazione nel Tempio di Antonino e Faustina, che come è noto contiene al suo interno la Chiesa di San Lorenzo in Miranda realizzata nel 600, rendono tangibile la differenza tra queste due fasi di utilizzo del monumento. L’illuminazione quindi anche come criterio di lettura e comprensione di un contesto monumentale che ha una storia che può essere illustrata meglio attraverso la luce“.
Non solo temperature di colore diverse, ma anche diversi tipi di illuminazione: “D’accento sui monumenti più importanti e diffusa anche sui percorsi pedonali in modo da rendere sicura la passeggiata. Ora finalmente – conclude Prosperetti – non ci sarà più quella differenza smaccata tra i Fori Imperiali, bene illuminati con il progetto di Storaro, e il Foro Romano buio, praticamente invisibile. D’ora in poi non sarà più così”.