Taormina sarà palcoscenico del mondo con il G7 di maggio e nei giorni del summit le delegazioni saranno invitate a visitare le opere degli artisti di spicco del Futurismo italiano e la ‘Tavola Lucana’ di Leonardo Da Vinci.
L’iniziativa è stata ufficializzata dal sindaco della città siciliana, Eligio Giardina, e dall’assessore alle Politiche culturali Mario D’Agostino. Per i leader mondiali è stato immaginato un viaggio in cui il visitatore immerso nei luoghi simbolo dell’arte, della bellezza e del paesaggio scoprirà alcuni emozionanti protagonisti della cultura italiana. Al momento sono stati svelati solo due momenti: la mostra sul Futurismo italiano ‘Il Futuro sopravvenuto’ e l’esposizione della ‘Tavola Lucana’ di Leonardo Da Vinci.
Dal 10 marzo Taormina ospiterà all’interno dell’ex Chiesa del Carmine ‘Il Futuro sopravvenuto‘, un evento internazionale che metterà in mostra le opere degli artisti di spicco del futurismo italiano. Curata da Giancarlo Carpi e Giuseppe Stagnitta in collaborazione con Serena Dell’Aira espone 70 opere importanti della collezione Futur-Ism, della Collezione Ventura, della Collezione Trust Aletta e Fondazione Cirulli. Alcune sono state esposte nelle mostre storiche organizzate dal movimento futurista in grandi rassegne internazionali dell’epoca, come la Biennale di Venezia del 1930 e, dopo lo scioglimento del movimento nel 1944, in alcuni tra i più prestigiosi musei del mondo, come il Centre Pompidou e il Musée d’Orsay di Parigi o il Guggenheim Museum di New York. L’importante ‘Complesso plastico colorato di frastuono + Velocità’ di Giacomo Balla, opera riprodotta anche nel Manifesto “ricostruzione dell’universo” del 1915 costituisce il nucleo principale della mostra. Verranno esposti manifesti, prime edizioni firmate del manifesto futurista di Marinetti, abiti futuristi e un’installazione sonora con l’intona rumori di Russolo.
Ma a Taormina, il 24 maggio, appositamente per il G7, arriverà e sarà esposta nella cripta dell’ex Chiesa del Carmine anche la ‘Tavola Lucana’ di Leonardo Da Vinci, un pannello di 60 x 44 cm che rappresenta l’autoritratto del grande artista italiano. L’iniziativa è stata prodotta da Fenice Company Ideas grazie all’intervento dell’art promoter Gianni Filippini, del promoter Giuseppe Rapisarda e del curatore Nicola Barbatelli. Il dipinto è stato rinvenuto dallo stesso Barbatelli nell’ambito di una raccolta privata salernitana nel dicembre del 2008. La ‘Tavola Lucana’ è stata indagata dal reparto di Dattiloscopia preventiva dell’Arma dei carabinieri e dall’Università di Chieti che, oltre allo studio morfologico, hanno condotto una speciale indagine sul riconoscimento di impronte digitali. Questa ricerca ha permesso di rintracciare, nel film pittorico, tre impronte di cui una è risultata essere compatibile con l’unica impronta digitale del maestro Vinci, recuperata nelle ombreggiature dei grani di ebano della collana della Dama con l’Ermellino, il celebre capolavoro di Leonardo, oggi a Cracovia. L’elemento più prezioso del ritratto lucano è rappresentato senza dubbio dalla soluzione del problema sull’aspetto fisico di Leonardo che, nonostante le più antiche indicazioni, risulta ancora oggi un problema aperto; dopo circa cinque secoli, col recupero di questo dipinto, si è finalmente ricostruito il volto del genio che nulla sembrerebbe a che fare col celebre ritratto di vecchio della Biblioteca Reale di Torino.