Spunta l’amante segreta di Carlo Emilio Gadda, si chiamava Elena
L’erede Arnaldo Liberati ha trovato il suo nome nei quaderni di Contabilità
Spunta l’amante segreta di Carlo Emilio Gadda (1893-1973), a cui per decenni pagò viaggi, cinema, tram, treni, spese sanitarie e anche una casa. Una misteriosa Elena fu presente per più di quarant’anni, tra il 1920 e il 1962, nella vita dello scrittore. A svelare l’esistenza di questo “amore incompiuto” è Arnaldo Liberati, erede letterario dell’autore di “Quer pasticciaccio brutto de via Merulana” e “La cognizione del dolore”, che racconta per la prima volta la storia della “inquietante presenza di una misteriosa dama bianca” nella vita dello scrittore nel libro “Il mio Gadda. Padri, madri, zie – e una E.”, pubblicato dalle Edizioni Stimmgraf di Verona.
Arnaldo Liberati ha scoperto l’esistenza di “Elena”, a cui per ora non è stato possibile dare un cognome, negli inediti quaderni di contabilità di Gadda, dove compare un lungo susseguirsi di “E.” con sigle o nomi di luoghi per esteso (Milano, Como, Firenze…), a volte seguiti da altri simboli, cerchi o parole inglesi oppure latine. E soprattutto lunghi elenchi di cifre di denaro in lire pagati per l’amante.
Gli importi versati alla misteriosa “E.”, portata anche in gita a Firenze, a Genova, a Como o allo Stelvio, variavano di volta in volta e le elargizioni in alcuni casi furono anche notevoli. Per Arnaldo Liberati non si trattò di un amore mercenario, anche perché le somme che Gadda pagò per la misteriosa donna “non corrispondevano alle tariffe dei bordelli di allora” e peraltro veniva portata regolarmente in gita e frequentata anche in piena notte.
Nei quaderni di contabilità di Gadda, sin dal 1920 appare “Elena”, poi contratta in “E.”: il 17 e il 21 marzo per lei c’è un esborso di 55 lire. Nel 1928 le uscite sono ripetute più volte in un mese e in agosto Gadda ed Elena furono in gita assieme sullo Stelvio dal giorno 4 al 15, poi seguì una gita a Como dal 23 al 27 agosto. Nei quaderni di contabilità , Gadda riporta le spese quotidiane, il giorno della spesa, il luogo e sempre il solito nome “Elena”.
Lei l’11 settembre 1928 era a Longone, mentre dal 22 settembre al 1° ottobre a Firenze. Elena è presente con maggiore o minore assiduità nei quaderni, per sparire per brevi periodi (quando Gadda è all’estero, in Sardegna, in Argentina, durante la guerra). Lo scrittore-ingegnere registra spese diverse: numerosi biglietti per il cinema, per il tram, l’autobus e il treno, ma anche per i gelati. Nel 1959 compare “clinica 9-20 luglio spese E. inutili lit. 30″seguita poi da “spese E. dopo clinica 400”. Addirittura si trova nel settembre 1959: “Roma casa E. = tot li.320.000”. Le ultime spese per l’amante vennero registrate martedì 30 giugno 1962: “Bus 70 + E.30”.
Per Arnaldo Liberati questa “inquietante dama bianca” sfata molti luoghi comuni sulla misoginia di Gadda, il cui universo femminile finora era ristretto esclusivamente alla madre Adele, alla sorella Clara e alla governante Giuseppina. La solitudine di Gadda fu forse “voluta per rispetto per quell’amore impossibile ed impossibilitato ad esplicitarsi per i più vari e reconditi motivi”, conclude Arnaldo Liberati, nipote della domestica Giuseppina a cui lo scrittore ha lasciato il patrimonio anche letterario.