Il verde delle città taglia l’inquinamento, e lo fa riuscendo ad assorbire 12 milioni di tonnellate di CO2 all’anno. In questo modo l’Italia grazie a giardini e grandi parchi riesce a diminuire del 3% le emissioni totali.
Il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti apre con queste cifre gli Stati generali del verde urbano; poi ricorda ai sindaci dei Comuni la regola di dover “piantare un albero per ogni bambino che nasce”. Il 21 novembre è stata infatti la ‘Giornata nazionale degli alberi’, istituita con la legge ‘Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani’ (la n.10 del 2013) : l’obiettivo è prevenire il dissesto idrogeologico e la protezione del suolo, migliorare la qualità dell’aria, valorizzare le tradizioni legate all’albero nella cultura italiana e la vivibilità delle città. C’è anche un Comitato per lo sviluppo del verde pubblico, creato ad hoc per tutelare e controllare i nostri alberi cittadini.
Galletti pensa che una migliore qualità di vita nelle città porti ad un Pianeta migliore: ed è nella città che vede nel “verde urbano un esempio di sviluppo sostenibile oltre che un valore culturale”. Valore culturale – osserva il ministro – che per esempio si ritrova in quello che rappresentano gli alberi monumentali o in quelli assunti come simbolo di lotta e libertà, per esempio come quello che porta il nome di Giovanni Falcone a Palermo. A questi alberi, racconta Galletti, “non vogliamo rinunciarci: sono la nostra memoria, la nostra identità”. Simbolo che è in alcuni casi sinonimo di “radici culturali”, come quelle “nella lotta al terrorismo”, e che trova spazio nella proposta del ministro di “piantare in ogni città un albero in ricordo del custode di Palmira”, l’archeologo Khaled al-Asaad brutalmente ucciso dall’Isis in estate, perché “dove la cultura ha radici forti non cresce la mala pianta del terrorismo“.
Galletti rivolge anche un invito ai sindaci, ricordando loro la regola di “piantare un albero per ogni bambino che nasce”; che si ritrova nella legge dedicata agli spazi urbani, e che riveste “una potente funzione educativa”. E “anche dove lo spazio a disposizione dei Comuni sembra mancare, da oltre 20 anni è possibile trovarlo sui terreni statali”. Alberi, ma non solo natura tout court. Per il ministro il verde pubblico è anche economia, cioè “sviluppo sostenibile”, in particolare “per gli effetti sul risparmio energetico degli edifici che sfruttino coperture a verde, sulla salute delle comunità, sulla spesa pubblica da riqualificare e riorientare, sulle infrastrutture del Paese”.