Ci lascia oggi il grande Gigi Proietti. Il cuore lo ha tradito proprio in occasione del suo ottantesimo genetliaco costringendolo a lasciare vuoto il suo palco, come nella foto scattata nel 2016 in occasione di una delle repliche di Cavalli di Battaglia all’Auditorium della Musica di Roma.
Il grande dolore per la sua scomparsa non lascia certo il posto ad un senso di vuoto: il suo lavoro, i suoi personaggi, la sua eredità professionale riempiono la nostra vita da più di cinquant’anni.
L’exploit cinematografico avvenne negli anni ’70 con il film Febbre da Cavallo, dove iniziò il successo presso il grande pubblico grazie al suo personaggio di Mandrake. Ma Gigi Proietti fu molto, molto di più. Fu attore e regista di quel teatro cosiddetto impegnato e protagonista di commedie musicali quali “I sette Re di Roma” di Garinei e Giovannini, a mio parere spettacolo insuperato, dove portò in scena, in un fuoco di fila, più di venti personaggi. In uno spettacolo apparentemente leggero Proietti mostrò tutto il suo talento mimico, attoriale, di cantante, di ballerino modulando voci e volto mano mano che i personaggi della Storia si dipanavano sulla scena.
Enorme il successo del one man show “A me gli occhi, please!”, che ripropose poi a distanza di alcuni anni con “A me gli occhi, bis” al quale ho avuto la fortuna di poter assistere al Teatro Olimpico di Roma nel ’94, agli spettacoli sul grande Petrolini, direi un suo alter ego, fino ai suoi “Cavalli di Battaglia”: da Toto a Pietro Ammicca, dal professore di educazione sessuale all’attore delle Camelie della Signora, un fuoco di fila di personaggi esilaranti che divertono tutti, in maniera totalmente trasversale. Uno spettacolo andato in scena all’Auditorium della Musica di Roma e che avrebbe dovuto essere un unicum, che poi si è moltiplicato, dato lo straripante successo, fino a diventare uno show televisivo.
Proprio in tv i grandi successi de Il Marsesciallo Rocca e Una pallottola nel cuore hanno portato, e continuano ancora essendo proiettati a loop, Gigi nelle case di tutti gli italiani.
Notevole anche la sua carriera da doppiatore, ineguagliato Genio in Aladdin della Disney, doppiando il quale ha, per l’ennesima volta mostrato le sue grandi qualità, anche di cantante ed entertainer.
Scompare l’ultimo baluardo della grande generazione di attori, la sua eredità l’hanno raccolta i ragazzi della sua Bottega, oggi i più amati beniamini del pubblico televisivo e teatrale, da Flavio Insinna a Massimo Wertmuller, da Gabriele Cirilli a Elena Bonelli ed Enrico Brignano e Giorgio Tirabassi.
L’ultimo sogno realizzato è stato il Globe Theater di Villa Borghese di cui era estremamente fiero, ultimo regalo alla sua amatissima Roma.
E come disse Tarquinio il Superbo ne I Sette Re di Roma: “Io so’ ricorente perché io ritorno, e io ritorno perché io piacio… e io piacio perché io so’ io. Nessuno è più de me!”
Ciao Gigi.
Benedetta Tintillini