Il gioco nella società e nella cultura dell’alto medioevo è il tema della Sessantacinquesima Settimana di Studi del Centro Italiano di Studi sull’Alto Medioevo, uno dei più importanti convegni di storia a livello internazionale, organizzato da giovedì 20 a mercoledì 26 aprile a Spoleto dalla Fondazione CISAM.
Il tema è stato progettato anche sulla scorta delle ricerche avviate dalla Fondazione Benetton Studi Ricerche, che fin dal 1987 mette al centro della sua attività la storia del gioco, a cui dedica la pubblicazione della rivista scientifica «Ludica. Annali di storia e civiltà del gioco» e dell’omonima collana (entrambe pubblicate e distribuite in collaborazione con l’editore Viella di Roma), e l’organizzazione di incontri e seminari, nonché, dal 2016, l’assegnazione di due premi annuali destinati a giovani studiosi per saggi originali sul tema del gioco, della festa, dello sport e, in generale, della ludicità dall’antichità fino allo scoppio della seconda guerra mondiale (un’iniziativa che prosegue la lunga esperienza fatta dalla Fondazione assegnando, nel corso di un trentennio, oltre 70 borse di studio per laureati di vario livello e grado accademico).
A Gherardo Ortalli, direttore di «Ludica», è affidato il compito di aprire i lavori della Sessantacinquesima Settimana di Studi, con una relazione sul tema Alto medioevo e gioco: tra storia e storiografia, in programma giovedì 20 aprile alle ore 10.30 al Teatro Caio Melisso-Spazio Carla Fendi di Spoleto nel corso della cerimonia inaugurale.
Dal pomeriggio del 20 aprile le lezioni proseguiranno all’Albornoz Palace Hotel (via Matteotti, 16, Spoleto). Fra gli interventi previsti alla Settimana compaiono anche quelli di Alessandra Rizzi, che pure fa parte fin dalla sua nascita del comitato scientifico di «Ludica», e di altri studiosi che collaborano alla rivista della Fondazione.
«Negli ultimi anni» spiegano alla Fondazione CISAM «il tema del gioco come specchio del funzionamento di una società è tornato all’attenzione degli studi anche medievistici, favorendo lo sviluppo di games studies su sport, intrattenimenti e passatempi nel medioevo, accompagnati da ritrovamenti fortunati come la scacchiera vichinga del IX secolo emersa recentemente negli scavi alle Isole Orcadi. La presenza delle forme ludiche nelle società e nelle culture specifiche dell’alto medioevo – e dunque nelle sue fonti storiche, letterarie, artistiche e archeologiche – è rimasta tuttavia un terreno quasi inesplorato; per questo la Fondazione CISAM ha deciso di dedicare la Sessantacinquesima Settimana di Studi alle ricerche e alle scoperte su questo tema: definizione delle categorie culturali relative al gioco; storia della trasmissione dei giochi dalla tarda antichità al medioevo; analisi delle funzioni sociali del gioco anche nei riti liturgici o processuali; esplorazione delle attestazioni archeologiche e delle rappresentazioni storico-artistiche e numismatiche (con particolare focus sulla diffusione dei dadi e degli scacchi); esposizione pubblica e funzione politica dei ludi in contesto urbano o bellico e analisi della caccia come gioco di società; utilizzo di sistemi ludici nell’insegnamento delle diverse aree europee ed extraeuropee; meccanismi ed effetti di “gioco” nella letteratura; terminologia del gioco nei lessici delle lingue altomedievali».
«Fin dalla sua costituzione, trent’anni fa, la Fondazione Benetton ha perseguito l’obiettivo di recuperare nella sua rilevanza “la serietà del gioco”» racconta Gherardo Ortalli «nella convinzione che anche il gioco avesse un ruolo importante nella vita sociale, con ricadute forti non solo nella quotidianità ma pure nelle vicende storiche, e fosse dunque meritevole di un’attenzione fino ad allora mancata. Quel primo passo apriva la via a sviluppi che prendevano corpo nell’avvio di una collana che dal 1993 ha visto uscire dodici volumi e altri sono in corso di pubblicazione. Contestualmente si metteva in cantiere «Ludica»: una rivista che oggi a livello internazionale è il principale riferimento scientifico per gli studi nel settore e nei suoi 22 numeri (dal 1995) ha potuto contare sulla collaborazione di oltre 200 autori di 52 paesi.
Il segno più chiaro del buon esito del progetto di partenza è stato comunque l’affermarsi di quel termine/concetto “ludicità” che subito la Fondazione propose, senza pensare di suggerire qualcosa di assolutamente innovativo. Poi ci si rese conto che il termine era inesistente, ma bene consentiva il recupero della unitarietà di un “sistema ludico”, ossia di quel complesso di attività e comportamenti nei quali si esprime un aggregato di pulsioni innate che mirano al rilassamento e alla distensione, complemento naturale delle fasi della fatica e dell’impegno.
A riprova di come le originarie opzioni culturali abbiano funzionato, basterà dire come quel termine/concetto “ludicità” oggi non solo venga registrato tra i neologismi esistenti, ma dall’italiano sia filtrato in altre lingue, dal portoghese ludicidade allo spagnolo ludicidad, al francese ludicité, all’inglese ludicity: prova di come le scelte originali non fossero sbagliate».
La partecipazione alla Settimana è aperta a tutti gli interessati.
Programma completo sul sito www.cisam.org
Per informazioni, tel. +39.0743.225630, cisam@cisam.org, www.cisam.org