“Abbiamo lavorato per offrire al pubblico del Festival di Spoleto63 – afferma Giorgio Ferrara, direttore della manifestazione – 17 giorni di grande spettacolo. Il Cartellone è pronto ed è mio desiderio comunicarlo, in questo momento di grande angoscia per l’Italia e il mondo intero, e spero che possa contribuire a risollevare qualche animo e a dimostrare che lo Spettacolo e la Cultura non si fermeranno mai. Con l’auspicio che la città di Spoleto possa anche quest’anno aprire i suoi palcoscenici all’Arte in tutte le sue forme e che si possa andare in scena è un piacere per me informare che tutti gli artisti e le compagnie previste continuano ad esprimerci la loro volontà di esserci. Attendiamo, come tutti, buone notizie.”
Come di consueto è l’opera ad aprire il Festival, questa volta con un imponente spettacolo in Piazza Duomo prodotto da Spoleto63: una rilettura dell’Orfeo di Monteverdi composta da Luciano Berio nell’84 e andato in scena nel cortile di Palazzo Pitti a Firenze. Nella sua rivisitazione, Berio esplora nuove interazioni sonore, utilizzando un gruppo di plettri, bande di ottoni, rock band, suoni elettronici.
Ho chiesto a Pier Luigi Pizzi, che ne curò la regia, di ricreare lo spettacolo adattandolo al meraviglioso scenario di Piazza Duomo.
Melologo, per orchestra, coro e voce recitante, tratto dalle Eroidi di Ovidio, composto da Silvia Colasanti è una commissione del Festival.
The Pilot and the ballerina, Il formidabile duo musicale statunitense delle CocoRosie, formato dalle sorelle Bianca e Sierra Casady, porta in scena una nuova opera da loro composta, con le coreografie di Ira Anufrieva.
Fra musica e danza verranno celebrati i 250 anni dalla nascita di Ludwig van Beethoven: concerto finale, James Conlon dirige la Quinta e la Settima Sinfonia alla testa dell’Orchestra Giovanile Italiana;
Le creature di Prometeo con l’Orchestra del Teatro Carlo Felice di Genova diretta da Andrea Battistoni, uno spettacolo, tra la “sfilata” e il balletto, con i costumi originali di Roberto Capucci;
Eroica, John Neumeier con i suoi 100 ballerini dell’Hamburg Ballet in uno spettacolo, concepito sulle note dell’Eroica, che unisce frammenti di musica e suggestioni emotive basate sulla biografia di Beethoven, in una singolare combinazione di danza, pianoforte e musica sinfonica;
Beethoven. La musica della vita con Corrado Augias e Giuseppe Fausto Modugno al pianoforte, ci porta a riflettere sulla vita del compositore.
Songs from the broken heart, Ute Lemper interpreta canzoni su testi di Bukowski e Coelho, e i grandi successi di Ferré, Brel, Cave, Waits, Glass e Weill.
Ancora, Spoleto63 propone, per la danza:
From Balanchine to Occhipinti, il San Francisco Ballet diretto da Helgi Tomasson, con un programma dinamico e intenso, ideato per Spoleto63, che offre uno sguardo ricco di sfaccettature sui diversi approcci coreografici, fra passato storico e nuove interpretazioni;
Maria de Buenos Aires, opera-tango su libretto di Horacio Ferrer e musica di Astor Piazzolla, con il Ballet de l’Opéra National du Rhin e La Grossa – Tipica Orchestra of the Maison de l’Argentine. Prima collaborazione tra due artisti straordinari che hanno avuto un duraturo impatto sulla cultura argentina, lo spettacolo ci trasporta nei meandri dell’anima della bella Maria, “Regina del Rio dellaPlata”.
Per il teatro, torna a Spoleto il regista lituano Rimas Tuminas che celebra i trent’anni dalla fondazione del The State Small Theatre of Vilnius, con due pièce di Anton Ceckhov:
Tre sorelle, il suo storico adattamento teatrale che ha simbolicamente marcato l’inizio del nuovo periodo creativo del suo teatro, punto d’incontro per diverse generazioni di attori, e spettacolo nel quale il regista elargisce appieno la sua sorprendente creatività e immaginazione;
I danni del tabacco, scena-monologo in un atto che vede l’unico personaggio, Ivan Ivanovič Njuchin, marito della direttrice di una scuola di musica e di un collegio femminile, tenere una conferenza sui danni provocati dal tabacco.
Maria Callas. Lettres et Mémories, Monica Bellucci ricorda la celebre diva attraverso una serie di lettere che spaziano dal 1946 al 1977, e ci conducono lungo un percorso che dal debutto in sordina giunge fino alle vette di una carriera di livello internazionale.
La Sirena, Luca Zingaretti celebra il racconto Lighea di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, un piccolo e affascinante gioiello, ambientato nella fredda Torino ma dal quale emerge con vigore la calda Sicilia.
La mosca e l’angelo, Massimiliano Civica interpreta un suo testo in omaggio a Massimo Troisi.
A letter to a friend in Gaza, Amos Gitai riflette sul tema della guerra ai giorni nostri. In parte teatro, in parte film e in parte tributo a Letters to a German Friend di Albert Camus, questa pièce è l’elegiaco e struggente appello di Gitai nei confronti del conflitto israelo-palestinese, raccontato attraverso il punto di vista di coloro che lo vivono.
Pupo di zucchero Prima cerimonia, Emma Dante continua il sodalizio artistico con il Festival, presentando in prima assoluta il suo spettacolo liberamente ispirato alla lingua di Gianbattista Basile, che racconta la storia di un vecchio che per sconfiggere la solitudine invita a cena i defunti della famiglia;
Il seme della violenza. The Laramie project, i registi Ferdinando Bruni e Francesco Frongia mettono in scena il testo di Moises Kaufmann, una riflessione sul caso dello studente Matthew Shepard brutalmente ucciso nella cittadina del Wyoming nel 1998 per motivi di odio omofobico;
Bros, Romeo Castellucci mette in scena, un nuovo spettacolo di improvvisazione con attori chiamati dalla strada.
Settimo senso, da un racconto di Ruggero Cappuccio, con la drammaturgia e regia di Nadia Baldi, interpretato da Euridice Axen è un dialogo immaginario, una storia di seduzione tra una porno – diva e un uomo, che apre a una analisi critica sulla pornografia e tocca quelli che sono i più profondi, ancestrali e arditi sensi che muovono il potere e la violenza dell’essere umano.
Home, i’m darling di Laura Wade, con la regia di Luchino Giordana ed Ester Tatangelo, mette in scena il testo vincitore del Laurence Olivier Award 2019 e ci racconta, attraverso i suoi personaggi, un insolito rifiuto del mondo contemporaneo, ci riporta all’origine di quella fuga, alla sua evoluzione, illustrando la forsennata calibratura degli equilibri che regolano il rapporto tra uomo e donna al ritmo
di un jive, negli anni ‘50.
La sezione musica vede come sempre protagonisti i giovani talenti provenienti dai maggiori conservatori italiani, in collaborazione con il MIUR, nei tradizionali concerti di mezzogiorno e nei concerti della sera.
Prosegue la collaborazione con l’Accademia Nazionale drammatica Silvio d’Amico e con La mama Spoleto open.