Sabato 17 giugno si è celebrata la Giornata mondiale per la lotta alla desertificazione e alla siccità, promossa annualmente dall’Onu in occasione dell’anniversario dall’approvazione della Convenzione per la lotta contro la desertificazione e la siccità. Ratificata da 200 Paesi nel lontano 1994 e proclamata il 30 gennaio del 1995 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, tale appuntamento offre ogni anno temi di approfondimento differenti.Lo slogan scelto per il 2017 è: ‘La nostra terra. La nostra casa. Il nostro futuro’.
Due sono gli appuntamenti ufficiali che si sono tenuti in Italia: in Sicilia dal 16 al 17 giugno rispettivamente a Giardini Naxos e a Floresta, e in Sardegna a Sassari, per la sola giornata del 16 giugno, dove università, associazioni, enti di ricerca, ingegneri, agronomi, forestali e geologi, sono stati impegnati nell’analisi dei rischi e delle azioni da mettere in pratica per giungere a uno sviluppo davvero sostenibile.
I numeri relativi all’Italia fanno riferimento a uno studio del CNR secondo il quale il 21% del territorio nazionale è a rischio desertificazione, di cui il 41% localizzato nelle regioni meridionali, in particolare: in Sicilia (70%), in Puglia (57%), in Molise (58%), in Basilicata (55%), mentre in Sardegna, Marche, Emilia Romagna, Umbria, Abruzzo e Campania tra il 30 e il 50%.
Vincenzo Giovine, vicepresidente del Consiglio Nazionale dei Geologi afferma: “La situazione è allarmante ed è destinata a peggiorare col passare degli anni a causa del crescente aumento di temperatura e della riduzione delle precipitazioni che – secondo gli esperti – si è accentuata durante la stagione invernale e primaverile, come dimostra la richiesta dello stato di calamità naturale da parte della regione Sardegna a causa della siccità”.
“Anche la catena alimentare – continua Giovine – è ovviamente legata alle componenti aria, acqua, suolo e la cattiva gestione della risorsa idrica a tutti i livelli, da scopi idropotabili a quelli irrigui o industriali, costituisce il vero problema, troppo spesso sottovalutato e trascurato, che interessa direttamente la salute umana”.
L’acqua e la sua tutela devono essere al centro di ogni attività di pianificazione. Secondo Giovine “tutto ciò passa inevitabilmente attraverso una maggiore organizzazione e un potenziamento degli enti preposti alla gestione e alla tutela delle acque come i consorzi di bonifica, soggetti utilmente preposti al riequilibrio e alla gestione del territorio; una gestione che si colloca come unica soluzione percorribile per la difesa idraulica, la tutela del suolo, la lotta alla desertificazione e per il dissesto idrogeologico”.
Sulla questione della risorsa idrica, i geologi avevano già fatto sentire la propria voce ritenendola un’emergenza per le generazioni future. Questo l’argomento del forum nazionale ‘Fino all’ultima goccia’, svoltosi a Roma nel 2011, che aveva sottolineato come l’emergenza idrica di portata planetaria si sarebbe paventata in maniera evidente già nel 2020. Puntualmente anche quest’anno, il problema della siccità si ripresenta in maniera ancora più drastica rispetto agli anni precedenti.