Calano i numeri dei giovani italiani che decidono di intraprendere la carriera universitaria, soprattutto in settori quali il giornalismo, la comunicazione, il marketing e la pubblicità privilegiando lavori manuali quali lo chef.
Contrariamente a quanto si possa immaginare, i giovani italiani si stanno appassionando, per piacere o forse più per necessità, ai cosiddetti mestieri ‘antichi’, riportando alla luce alcune attività che fecero conoscere la professionalità e l’arte tutta italiana nel mondo. Se prima l’aspirazione era diventare medico, architetto, pubblicitario o giornalista, ora si punta a carriere alternative come agricoltore, sarto, chef, liutaio, forcolaio, ceramista.
Secondo uno studio dell’agenzia di comunicazione Klaus Davi & Co., realizzato in occasione del Micam, fiera internazionale dedicata al mondo delle calzature, su un campione di 500 ragazzi tra i 18 e i 26 anni monitorando le principali piattaforme online dedicate al lavoro, precipita infatti nelle aspirazioni dei 16-18enni il sogno di diventare medico (solo il 12% lo considera un mestiere con occupazione garantita); l’avvocato va un po’ meglio, al 15%. E se solo 20 anni fa il mestiere di guru pubblicitario era sinonimo di sogni e notorietà, ora le quotazioni sono precipitate visto che solo il 25% lo considera un mestiere da sogno. Il lavoro di giornalista viene considerato qualificato dal 70% del campione ma sottopagato e, quindi, rimane un obiettivo solo per il 23% dei ragazzi. Più alto il consenso per il mestiere di architetto (29%), legato maggiormente al talento e alla creatività e con possibilità di guadagni più alti.