C’è tempo fino al 17 marzo per visitare ‘Giovani generazioni in Umbria’ mostra inaugurata sabato 10 febbraio a Marsciano, presso il Museo Dinamico del Laterizio e delle Terracotte, nella quale quindici talenti emergenti espongono le loro opere. Paolo Angeletti, Noemi Belfiore, Ester Scandale, Letizia Cassetta, Anja Capocci, Valentina Cavallo, Gabriele Massei, Carola Natali, Francesco Peccia, Diego Pula & Valeria Massoli, Paolo Romani, Bernardo Tirabosco, Sara Tosti e Vanishika Agrawal fanno parte di questo gruppo di giovani artisti.
L’esposizione, curata della Società Lunare in collaborazione con Aldo Iorie aperta alla presenza del Sindaco di Marsciano Francesca Mele e dell’Assessore alla cultura Andrea Pilati, vuole essere una prima ricognizione sulle nuove generazioni di artisti attivi in Umbria, perché qui residenti o perché hanno studiato all’Accademia di Perugia e in alcuni casi in quella di Viterbo, ad eccezione dell’artista indiana Vanshika Agrawal che studia alla Rufa di Roma ed è qui come ospite dell’iniziativa. Un’idea che ha preso forma con l’intento di avviare un’indagine destinata a proseguire, con una porta sempre aperta sul mondo. Un’idea che si vuole riallacciare all’internazionalità che in Umbria è rappresentata dalla presenza dell’Università di Perugia. Ateneo dove insegna il professor Aldo Iori, che ha segnalato vari di questi artisti, da lui stesso scoperti negli anni della sua dattività di docente presso l’Accademia perugina.
Si tratta della terza esposizione curata dalla Società Lunare presso il Museo Dinamico marscianese (Terra Umbrae #1 e #2), stavolta, però non c’è un tema preciso, come nelle altre due mostre, piuttosto ciò che accomuna gli autori, oltre il riferimento territoriale, è la giovane età. C’è ugualmente, tuttavia, un legame di continuità con il filone espressivo delle esposizioni precedenti: “ci troviamo, infatti, – spiega Andrea Fogli de ‘La Società Lunare’ – ancora nel mondo primario delle materie, delle nature, della “terra” dunque, non invece in una dimensione metropolitana, nel mondo pop che ci circonda e ci ha fin troppo frastornato e instupidito. Di questo mondo che ormai si è definitivamente allontanato dalla terra, e piano dall’umano, i giovani artisti in mostra prendono soprattutto la libertà di usare materiali d’ogni genere, sapone, pannelli isolanti, grondaie, cilindri laterizi in cemento, silicone, fiori, smalti industriali, penne e pennarelli, oltre a materiali tradizionali come il legno o addirittura i colori ad olio. L’immagine che affiora resta primaria, a volte barbarica, cruda, altre volte sognante. Il distanziamento dal carnevale mediatico che ci circonda – conclude Fogli, augurando ‘buon viaggio’ al gruppo di giovani artisti – è per fortuna ben chiaro. L’artista (o il lavoratore) è una cosa, il creativo (o il perditempo) un’altra.”
Maria Vittoria Grotteschi