Il 23 maggio prossimo, come ha ricordato in una lettera a tutti i sindaci Antonio De Caro, Presidente dell’Anci e Sindaco di Bari, onoreremo il sacrificio di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e gli uomini delle loro scorte, nel ventottesimo anniversario della strage di Capaci. Un sacrificio contro un nemico violento, spaventoso e orribile che lo Stato ha combattuto e combatte tutt’oggi, la mafia. Il Presidente dell’Anci ha invitato tutti i Sindaci e le comunità a partecipare al flashmob, organizzato da ANCI: un lenzuolo bianco dai palazzi dei municipi italiani e un minuto di silenzio alle 17.57.
Dedichiamo questo giorno di ricordo non solo a chi ha dato la vita per servire lo Stato, ma anche a coloro i quali, in questi mesi, hanno combattuto un nemico altrettanto terribile ed insidioso: i Sindaci e agli amministratori locali che lavorano con impegno e abnegazione al servizio dello Stato e dei cittadini. Se l’emergenza sanitaria non ci permette di vivere insieme questo giorno, questo piccolo gesto sarà una voce forte nella giornata della difesa della legalità.
Dopo il loro assassinio, l’Italia scoprì che le vite e le storie dei giudici Falcone e Borsellino erano state fin dalla nascita parallele e segnate dallo stesso tragico destino. Giovanni Falcone era nato a Palermo nel maggio del 1939, Borsellino nella stessa città, ma otto mesi dopo, nel gennaio del 1940. Stesso quartiere e stesso liceo, stesso iter di studi, fino a diventare entrambi magistrati molto attivi nella lotta contro la mafia. Considerati degli eroi ancora in vita, per le scelte coraggiose e per lo spirito di sacrificio, furono entrambi uccisi a 57 giorni di distanza, in modo plateale, con familiari e scorte, da una mafia che cercava di imporre la sua legge allo Stato.
23 maggio e 19 luglio dello stesso anno, il 1992, uno dei più neri della nostra storia.
L’emergenza Covid 19 che stiamo vivendo non deve farci dimenticare questa triste pagina della vita repubblicana del nostro paese. Il dovere della memoria c’impone di celebrare, distanti ma uniti, insieme ai sindaci e ai comuni di tutto il paese, questa giornata che da 28 anni è consacrata al ricordo di tutti i servitori dello Stato, che hanno dato la vita in modo consapevole per difendere gli italiani dai tentacoli della mafia.
Umbria e Cultura, come hanno già fatto molte associazioni civili, ha raccolto l’appello dell’Anci, e lo rilancia ai lettori e a tutti i cittadini umbri, chiedendo alle comunità della regione di partecipare “distanti ma uniti”, per rinnovare la memoria di questo tragico evento della vita democratica italiana, e di stendere dalle finestre e dai balconi un lenzuolo bianco, osservando un minuto di silenzio alle 17.57.
Giuseppe Manzo