Tre convegni e uno spettacolo: così il Meeting 2023 di Rimini celebrerà il centenario della nascita di Giovanni Testori, che ricorre il 12 maggio. Per il popolo del Meeting quello con l’autore di Novate Milanese è stato e continua ad essere l’incontro non solo con lo scrittore, il poeta e commediografo dallo stile che sapeva essere abissale e dolcissimo, non solo con il critico d’arte già discepolo prediletto di Roberto Longhi, o con il corsivista e polemista che dalle colonne del Corriere aveva preso il posto di Pier Paolo Pasolini come coscienza critica, spesso scomoda, di un intero paese. Parlare di Testori è soprattutto ricordare una persona che con il popolo del Meeting si è totalmente riconosciuta, un autore che nelle sue numerose partecipazioni all’evento, in qualità di relatore, autore e regista, ha detto parole che sono entrate a far parte del dna del Meeting.
L’evento teatrale dedicato all’autore lombardo si terrà lunedì 21 agosto alle 21.30 al Teatro Galli di Rimini, dove andrà in scena “Le Maddalene. Da Giotto a Bacon” di Giovanni Testori, di e con Valter Malosti. Singolare la genesi della piéce teatrale. Nel 1989 l’editore Franco Maria Ricci pubblicò il testo “Maddalena – con una ghirlanda di testi e di immagini”, in 5.000 esemplari numerati. Un libro di pregio, come tutti quelli dell’editore di Fontanellato, che proponeva 40 immagini della Maddalena evangelica, da Duccio a Masaccio, da Giotto a Cézanne, da Beato Angelico a Caravaggio, da Raffaello a Rubens, da Botticelli a Tiziano, da Grünewald a Bacon. A Testori erano state chieste delle didascalie, lui fece molto di più: le didascalie divennero poesie, che pure contenevano il giudizio critico sulle opere.
Dalle Maddalene testoriane nasce così lo spettacolo di Malosti, «un vero e proprio work in progress», spiega il regista e attore, «con numerose e successive commissioni, tra cui spicca quella dell’Unione Musicale nel 2013 e quella primigenia del Festival DeSidera del 2002, hanno permesso al progetto di evolvere». I versi di Testori sono accompagnati e contrappuntati da una ventina di brevi suite originali per violoncello scritte nel corso degli anni dal compositore Carlo Boccadoro e ad ogni occasione variate e implementate anche grazie al talento del violoncellista Lamberto Curtoni.
Il primo dei tre convegni nel centesimo anniversario della nascita di Testori, in collaborazione con Casa Testori di Novate Milanese, si intitolerà “Un’amicizia che apre al mondo. Giovanni Testori, nei 100 anni dalla nascita”. Interverranno il giornalista Riccardo Bonacina, la drammaturga e attrice Angela Demattè, oltre ad Emilia Guarnieri, già presidente della Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli. Introdurrà l’incontro Giuseppe Frangi, giornalista, fondatore dell’Associazione Culturale Casa Testori. Frangi coordinerà anche il successivo incontro, “L’amicizia con il Teatro. Giovanni Testori nei 100 anni dalla nascita”, al quale sono attesi il già citato Valter Malosti, una testoriana della prima ora come Andrée Ruth Shammah della Cooperativa Teatro Franco Parenti e Andrea Soffiantini, attore e pupillo di Testori, che per lui scrisse appositamente l’opera “Factum Est”. La trilogia, per riprendere un altro termine caro all’autore lombardo, si concluderà con un incontro sul tema del rapporto di Giovanni Testori con altri autori quali Giorgio Gaber ed Enzo Jannacci che hanno saputo raccontare l’umanità dolente delle periferie milanesi. Il panel dei relatori è in via di definizione.
«Grazie per questi dieci anni che mi avete dato, in cui mi avete sopportato, portato, aiutato, in cui mi avete abbracciato senza chiedermi niente di tutti i miei errori, di tutte le mie colpe, di tutte le mie stramberie, di tutta la mia disperazione», diceva lo scrittore lombardo dal palco del Meeting nel 1989, in un incontro intitolato proprio “Testori dieci anni dopo”. «Io vorrei dire che qui al Meeting la cosa che mi ha fatto più dolcezza è vedere quanti giovani e non giovani ci lavorano», aggiunse Testori, «da quelli che lo costruiscono e che lo mettono in atto, a quelli che sono lì e nei vari stand aiutano, a quelli che ti portano in macchina, gratuitamente. Quando vado fuori vedo tutti questi che girano, girano, tutti come mosche senza testa, e qui invece lavorano, per un fatto, per una testimonianza … Come si fa allora a parlare di CL e del Meeting se non si vedono queste cose, se non si toccano queste cose? A me CL non mi ha mica preso per delle teorie di teologia, mi hanno preso quando sono venuti a trovarmi tre, quattro, per la tenerezza, l’amicizia, per qualche cosa in più di umano».