Todi, in Umbria, è terra di vini. Lo dice la storia, che vede il Grechetto, vitigno autoctono per eccellenza, menzionato già da Plinio il Vecchio nelle pagine della Historia Naturalis (“Peculiaris est tudernis”, ovvero, è tipico di Todi). Lo dicono i documenti d’archivio, tra i quali figura un atto notarile del 1333 nel quale compare una compravendita di mosto di Greco di Todi. Lo dice l’economia locale, che ha visto nascere l’associazione “Todi Terra di Vini”, soggetto nel quale si riconoscono pressoché la totalità delle aziende viti-vinicole Doc del territorio. Quattrocento ettari di vigneti, oltre un milione e mezzo di bottiglie prodotte, un centinaio di occupati: sono queste le dimensioni del comparto enologico tuderte, che ha una ricaduta importante anche sotto l’aspetto turistico.
“L’associazione si è data come principale missione di promuovere la cultura della qualità delle produzioni – racconta Lorenzo De Monaco, Presidente dell’Associazione Todi Terra di Vini – valorizzando in particolare quella del Grechetto di Todi, cultivar che pur ricompresa nella grande famiglia delle “uve greche” è diversa rispetto alle altre tipologie coltivate nel centro Italia e al suo omonimo orvietano”.
Il Grechetto di Todi è infatti caratterizzato ed associato dal clone G5, differente dal clone G109 della varietà comune più diffusa, con recenti indagini sul patrimonio genetico che hanno riscontrato somiglianze con il Pignoletto e hanno marcato la distanza dal Greco di Tufo e dal Grecanico.
“Dall’annata 2010 la produzione enologica ha ottenuto la denominazione Todi Doc – spiega Antonio Ruggiano, Sindaco di Todi – un risultato eccellente ottenuto grazie all’impegno dell’Amministrazione comunale e che continuamo a sostenere con forza”.
La Todi DOC comprende anche i comuni di Collazzone, Massa Martana, Monte Castello di Vibio e Todi; il disciplinare del Grechetto prevede la percentuale minima dell’85%, eventualmente integrata con un 15% di altri vitigni locali a bacca bianca. Qui, infatti, non si coltiva solo il Grechetto, ma anche Sangiovese, Merlot, Cabernet Sauvignon, Pinot. Nelle diverse aziende gli ettari investiti a Grechetto oscillano dal 35 al 50%, un rapporto che si riverbera in maniera quasi proporzionale sulla quantità di bottiglie etichettate. Interessante il dato riferito all’export, che va dal 20% di alcune cantine al 90% di altre, con una media che si attesta intorno al 35% e che vede un apprezzamento crescente nel mercato statunitense, giapponese e cinese.
“Altro elemento distintivo è che si tratta per lo più di aziende vinicole giovani, nate negli ultimi decenni – aggiunge De Monaco – giovani spesso anche nell’età degli imprenditori che le guidano, a testimonianza della vitalità del settore e della crescente attenzione non solo alla produzione, ma anche all’enoturismo”.
Sull’enoturismo, ma anche sull’oleoturismo, forte e di importanza cruciale è il supporto del Comune di Todi a tutti i produttori del territorio, in particolare con iniziative di promozione integrata che trasversalmente valorizzano i beni culturali, i prodotti dell’enogastronomia, le bellezze paesaggistiche che fanno di Todi, confermato anche questo anno come comune “Spiga Verde” per il patrimonio rurale, uno dei centri più attrattivi del centro Italia, tanto da essere ormai non solo meta di viaggi, ma luogo scelto in particolare da cittadini stranieri, per vivere, ma anche in cui fare investimenti produttivi.
“Per noi è davvero importante – spiega Claudio Ranchicchio, Vice Sindaco di Todi – collaborare con i principali attori nazionali del settore recitando un ruolo da protagonisti sia in Città del Vino che con il Movimento Turismo del Vino oltre che all’interno della locale Strada dei Vini del Cantico. Cerchiamo di offrire ai visitatori esperienze uniche, come quella che ci apprestiamo a vivere il prossimo 10 agosto”.
Sabato 10 agosto 2024 sarà quindi una delle occasioni pensate per permettere ai visitatori di incontrare i produttori, degustare i vini in abbinamento a piatti realizzati con prodotti di stagione e di eccellenza locale. Si terrà infatti a Todi l’evento “I Firmamenti del vino, dell’arte contemporanea e delle stelle” che si inserisce nell’ambito dell’edizione nazionale di “Calici di Stelle” 2024 e che oltre a proporre passeggiate a piedi con visita alla cantina Terramante e in e-bike con visita alla cantina Roccafiore, proporrà un percorso guidato, fruibile anche in lingua inglese, con assaggi di vino, alla scoperta dei luoghi dell’arte contemporanea di Todi, città candidata a “Capitale Italiana dell’Arte Contemporanea 2026” e si concluderà presso il Nido dell’Aquila con un banco di assaggio dei vini della DOC Todi a cura di AIS Umbria e una cena a cura dello chef Giulio Gigli. Gigli che di recente ha ricevuto l’importante riconoscimento della stella Michelin, proporrà un menù studiato per richiamare nell’estetica dei piatti le opere di arte contemporanea disseminate a Todi e nel gusto, i sapori della tradizione locale, con prodotti di stagione e a Km 0 che serviranno ad esaltare i vini autoctoni della DOC tuderte. Durante tutta la giornata le cantine: Agrisegretum, Baldassarri, Concinnate, Fattoria di Monticello, I Fenicotteri, Peppucci, Roccafiore, Sobrano, Terramante, Todini, Tudernum e Zazzera, che fanno parte dell’Ass. Todi Terra di Vini, saranno aperte al pubblico e visitabili su prenotazione.