Una ricorrenza importante, quella del 2 novembre, giorno della Commemorazione dei Defunti, giornata nella quale tradizionalmente si svolgono in tutta Italia cerimonie in ricordo dei Caduti di tutte le guerre e nelle missioni di Pace. La sezione Anpi di Todi, intitolata al Cap. Carlo Barbieri, organizza, per l’occasione, la presentazione nella Sala Affrescata del Museo Pinacoteca, alle 16,30, del libro dal titolo “I carnefici del Duce” dello storico Eric Gobetti, alla presenza dell’autore, con Emanuela Costantini, docente di Storia contemporanea presso la facoltà di Lettere dell’Università di Perugia.
Al vaglio dello storico, nel volume “I carnefici del Duce”, i crimini di guerra compiuti in violazione delle norme dello stesso Codice penale militare italiano adottato nel febbraio 1941, commessi da militari italiani del Regio Esercito nelle guerre coloniali italiane del Novecento in Libia ed Etiopia, e nella Seconda guerra mondiale nei Balcani: in Grecia, Montenegro, Croazia, Slovenia. Il lavoro di Gobetti ricostruisce la vita e le storie di alcuni degli uomini che hanno ordinato, condotto o partecipato fattivamente alle brutali violenze del regime in quei luoghi. Fatti spesso rimossi del passato italiano.
“In un mondo ideale – scrive Gobetti – nessuno avrebbe sentito l’esigenza di scrivere un libro sui crimini di guerra commessi durante il Ventennio fascista. Perlomeno non a tanti anni di distanza dai fatti. Perché in quel mondo ideale l’Italia avrebbe già ampiamente fatto i conti con il suo passato”. Ma così non è stato e le conseguenze di ciò sono molteplici.
Eric Gobetti è uno storico italiano, nato a Torino il 6 marzo 1973, studioso del fascismo, della seconda guerra mondiale, della Resistenza e della storia della Jugoslavia nel Novecento. Prima dell’uscita di “I carnefici del Duce”, nel 2021 è stato al centro di una vivace polemica per la pubblicazione del volume ‘E allora le foibe?’, libro che riprende la domanda che Vichi di CasaPound, immaginaria militante di estrema destra impersonata dalla comica Caterina Guzzanti, rivolge ai suoi interlocutori quando è messa in difficoltà.
Apprezzato da alcuni storici come David Bidussa, Giovanni De Luna e Bruno Maida che ha affermato che il lavoro di Gobetti sulle Foibe “smonta uno a uno gli stereotipi, contesta le falsità contrapponendo un solido apparato di dati e tesi storiografiche che si sono affermate in decenni di ricerca e, credo, faccia anche un ottimo servizio alle vittime, sradicandole da un eroismo e un paradigma vittimario strumentalmente politici e restituendo loro storicità e umanità”.
D’altra parte in quell’occasione ci furono varie critiche da parte di esponenti delle associazioni degli esuli giuliano-dalmati, da alcuni opinionisti e da esponenti politici italiani di centro-destra come Maurizio Gasparri che ha querelato Gobetti e Laterza editore, di estrema destra e di Fratelli d’Italia, come la presidente Giorgia Meloni. Renzo Codarin, presidente del Centro di Documentazione Multimediale della Cultura giuliana, istriana, fiumana e dalmata, collegato ad alcune associazioni di esuli, ha definito il volume “un’opera giustificazionista” con un titolo che “vorrebbe essere ironico, ma si rivela offensivo”.
L’Anpi, Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, con i suoi oltre 140.000 iscritti, è tra le più grandi associazioni combattentistiche presenti e attive oggi nel Paese. Fu costituita il 6 giugno 1944, a Roma, dal Cln del Centro Italia, mentre il Nord era ancora sotto l’occupazione nazifascista. Il 5 aprile del 1945, con il decreto luogotenenziale n. 224, le veniva conferita la qualifica di Ente morale che la dotava di personalità giuridica, promuovendola di fatto come associazione ufficiale dei partigiani.
Tra gli scopi operativi della struttura, come evidenziato nello statuto, figurano contribuire a mantenere in Italia una piena libertà e favorire un regime di democrazia, per impedire in futuro il ritorno di qualsiasi forma di tirannia e assolutismo, valorizzare in campo nazionale e internazionale il contributo effettivo portato alla causa della libertà dall’azione dei partigiani, far valere e tutelare il diritto dei partigiani, acquisito, di partecipare in prima linea alla ricostruzione morale e materiale del Paese, promuovere la creazione di centri e organismi di produzione e di lavoro per contribuire a lenire la disoccupazione.