Un rarissimo esemplare di ibis eremita ucciso a colpi di fucile. A denunciare il nuovo, gravissimo episodio di caccia selvaggia, a stagione venatoria appena conclusa, è la Lipu, che nei giorni scorsi ha ritrovato il corpo dell’animale all’interno dell’Azienda agricola di Castel di Guido (Roma), nei pressi, seppure all’esterno, della Riserva Naturale Statale Litorale Romano e dell’Oasi Lipu di Castel di Guido.
L’animale, rinvenuto da una pattuglia di Guardie venatorie volontarie della Lipu durante un’attività di vigilanza, è stato tempestivamente trasportato al Centro recupero fauna selvatica della Lipu a Roma per accertamenti dove è risultato essere stato investito da una rosa di pallini, probabilmente esplosi da molto vicino, considerato l’alto numero degli stessi ritrovati nel corpo dell’ibis. La specie è oggetto da tempo di un progetto Life, curato dal Waldrappteam, volto alla reintroduzione in Europa dell’ibis eremita.
“Mentre il bracconaggio miete ogni giorno nuove vittime – dichiara il vicepresidente della Lipu Alessandro Polinori – tra cui esemplari di specie ad alto interesse conservazionistico come l’ibis eremita, le istituzioni italiane continuano a latitare nell’attuazione del Piano nazionale, che necessita di un forte inasprimento delle pene e dell’aumento dei controlli, oltre a quelli messi in campo dai Carabinieri forestali. 180mila cittadini, ad oggi inascoltati, hanno sottoscritto la petizione della Lipu, nell’ambito della campagna #stopbracconaggio finanziata dal progetto Life Abc, per chiedere l’indispensabile azione normativa contro il bracconaggio. La nostra impressione è che l’intervento della Commissione europea contro le inadempienze italiane sia imminente. Dove non agisce il buon senso e la politica agiranno le sanzioni“.
“L’ennesimo atto ai danni di specie super protette – aggiunge il coordinatore Vigilanza venatoria volontaria della Lipu Luca Demartini – dimostra la necessità di un costante e diffuso controllo sull’attività venatoria e l’importanza della vigilanza volontaria. Chiediamo con forza che le istituzioni semplifichino e sburocratizzino la nomina di nuove guardie come previsto dal Piano nazionale antibracconaggio. Nel contempo, nell’area in cui è accaduto questo episodio, garantiamo nei prossimi mesi di concentrare gli sforzi affinché questo fatto non resti senza conseguenze“.
Johannes Fritz, responsabile del progetto di reintroduzione dell’ibis eremita: “Negli ultimi due anni il tasso di perdita in Italia a causa del bracconaggio è aumentato significativamente. In 14 casi è stato possibile verificare questo crimine ambientale come causa di morte, mentre ci sono stati un totale di 17 casi verificati nei sei anni precedenti. Questo è uno sviluppo allarmante in Italia e l’attuale caso di Leonardo suggerisce che la situazione non migliorerà nel 2022. Sono quindi urgentemente necessarie misure efficaci e coordinate contro il bracconaggio in Italia.”
Foto: Marco De Silvi