Il teatro del secondo weekend del Festival dei Due Mondi è tutto dedicato ad Anton Čechov, con la terza tappa del percorso intrapreso negli ultimi tre anni dal regista Leonardo Lidi. Dopo Il gabbiano e Zio Vanja, dal 4 al 7 luglio al Teatro Caio Melisso Spazio Carla Fendi va in scena Il giardino dei ciliegi, ultima tappa della Trilogia dedicata ad Čechov, presentata integralmente domenica 7 luglio in una maratona teatrale. Leonardo Lidi torna a Spoleto dopo aver ricevuto il Premio Flaiano 2024 per la miglior regia con lo spettacolo Zio Vanja, andato in scena al Festival dei Due Mondi nel 2023. Il giardino dei ciliegi è prodotto dal Teatro Stabile dell’Umbria in coproduzione con il Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale e il Festival dei Due Mondi. Sul palcoscenico vanno in scena gli stessi attori che il pubblico ha imparato a conoscere nei primi due capitoli della trilogia (in ordine alfabetico): Giordano Agrusta, Maurizio Cardillo, Alfonso De Vreese, Ilaria Falini, Christian La Rosa, Francesca Mazza, Angela Malfitano, Orietta Notari, Mario Pirrello, Tino Rossi, Massimiliano Speziani, Giuliana Vigogna.
Dalle note di regia: “Che grande Čechov! Che bello Il giardino dei ciliegi! Che non si può incasellare, che non può essere fatto in nessun modo se non in quello più difficile, che necessita di un credo radicale nell’atto creativo. La richiesta alla nobiltà d’animo, alla generosità come più grande forma d’arte. Un luogo, un giardino/teatro, che aveva trovato la sua utilità cento anni fa e che adesso vive solo nel ricordo dei suoi interpreti. Che adesso non produce più la marmellata di cui i nostri nonni erano tanto ghiotti e che per questo si può tranquillamente buttare giù in favore di un parcheggio. “Bisognerebbe buttarlo giù questo teatro” tuonava il maestro del Gabbiano. Eccoci ancora qui. (…) Ecco l’ultima immagine che Čechov ci lascia nel finale di Giardino, nel finale di una vita spesa per il teatro. Una persona che ha servito altre persone per tutta la vita, senza se e senza ma, dimenticato. Dice a se stesso, o al teatro che sta occupando “…Non hai più forze, non ti è rimasto proprio niente, niente… Eh, buono a nulla…”. Poi una corda tragica di violino a riempire la scena. Anche Čechov, dopo tutta questa buona marmellata regalata, ci lascia con una nota triste, come se non avesse più voglia di ridere. E infatti c’è da piangere. O, forse, da reagire”. Leonardo Lidi
La maratona teatrale, in scena il 7 luglio, vede in successione le tre tappe del Progetto Čechov: alle ore 11 Il gabbiano, alle ore 15 Zio Vanja e alle ore 19 Il giardino dei ciliegi.
Come spiega il regista: «Una trilogia con la stessa Compagnia per sottolineare l’importanza e il talento delle attrici e degli attori italiani, classificati nei pensieri politici in zona retrocessione ma vera pietra preziosa del teatro italiano». – continua Lidi – «Unico comune denominatore richiesto per affrontare l’autore russo: la sincerità d’animo. Essere cristallini nella volontà di consegnare tre testi straordinari al pubblico attraverso la forza di insieme e saper dunque cogliere l’amore che Cechov dedicava alla figura dell’attore nelle sue dinamiche di scrittura».
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