“Il giovane Perugino” torna protagonista nella sua terra natia, in una suggestiva serata di “Arte sotto le stelle”, accompagnata da musica dal vivo. L’evento è in programma per il 31 luglio, in piazza Gramsci, a partire dalle 21.30. Riporterà alla luce, attraverso emozionanti immagini 3D proiettate su uno schermo così da ricreare un museo a cielo aperto, l’esperienza che accompagnò il giovane pievese negli anni, misteriosi, della sua formazione tra le botteghe artigiane del tempo, nella stessa Città della Pieve, forse, dove restano poche ma importanti tracce della ricchezza artistica di un tempo, a Perugia probabilmente o nell’orbita di Piero della Francesca fino all’arrivo a Firenze nella bottega di Andrea del Verrocchio, vera fucina di giovani prodigi e alla realizzazione delle prime opere.
Con il format “Arte sotto le stelle” coniato da Archimede Arte, azienda leader nel settore della digitalizzazione, scelto dall’Amministrazione pievese, si rendono così fruibili l’arte e la cultura nelle piazze attraverso un mix di sicuro impatto emozionale: l’intervento di storici e l’uso immersivo di tecnologie di altissima qualità.
L’appuntamento culturale de “Il giovane Perugino”, reso possibile grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, si aprirà con i saluti istituzionali del Sindaco di Città della Pieve, Fausto Risini. Durante i lavori – moderati da Luca Marchegiani – interverranno gli storici dell’arte Vittoria Garibaldi e Alessandro Delpriori. La proiezione in altissima qualità di immagini tratte dai dipinti del Perugino, a cura di Michelangelo Augusto Spadoni di Archimede Arte, sarà accompagnata da musiche rinascimentali di Luys Milan, eseguite da Luca Burocchi e Daniele Marinelli.
L’evento incentrato a dare risalto alla figura del giovane Pietro Vannucci, al suo percorso di vita ed artistico tra la città natale, Città della Pieve, Perugia e Firenze, segna dunque un primo passo verso la strada delle celebrazioni del cinquecentenario dalla sua morte (2023), partendo proprio dalla Pieve, posta sulla strada che conduceva da Firenze a Roma, quasi a segnare un fil rouge che lo porterà ad essere il “meglio Maestro d’Italia”.
Il legame con la sua città non si spegnerà mai, rinforzato anche dagli autografi lasciati su tavole ed affreschi, soprattutto in provincia, dove orgogliosamente si firma come Pietro da Castro Plebis.