Arriva, al Comunale di Todi, un classico della drammaturgia italiana: Il piacere dell’onestà di Luigi Pirandello, che andrà in scena domenica 24 febbraio, alle 17 e che ha già registrato il tutto esaurito.
Protagonista Geppy Gleijeses, affiancato da Vanessa Gravina, Leandro Amato, Maximilian Nisi, Tatiana Winteler, Mimmo Mignemi e Brunella De Feudis, per la regia di Liliana Cavani.
“Il piacere dell’onestà” è una commedia in tre atti ispirata alla novella Tirocinio del 1905, la cui la stesura risale all’aprile-maggio 1917, anno in cui è stata rappresentata per la prima volta al Teatro Carignano di Torino, protagonisti Ruggeri e la Vergani.
Angelo Baldovino accetta la proposta di sposare Agata, messa incinta dal marchese Fabio Colli, che non può sposarla perché già ammogliato. Egli dovrà essere soltanto in apparenza un marito, per salvaguardare la rispettabilità di Agata e consentire al marchese di continuare a frequentarla. Baldovino è stato scelto per questo singolare compito perché uomo fallito, di scarsa moralità, ritenuto pronto ad accettare ogni proposta per guadagno; invece egli prende la cosa con estrema serietà, per la prima volta ha un compito serio da assolvere, pensa di poter rendersi utile alla ragazza in difficoltà, e al nascituro, al quale potrà dare il suo nome, allo stesso marchese Fabio, legato a una moglie che lo tradisce.
La sua risposta è chiarissima: «Sposerò per finta una donna; ma sul serio io sposo l’onestà». Già nel dialogo preliminare con Fabio dichiara che diventerà «un tiranno», per ottenere che tutti stiano dignitosamente ai patti. E, in realtà, dimostrerà un rigido rigore morale che metterà in soggezione e in difficoltà tutti. Agata, che ormai pensa soltanto a essere madre e che quando nascerà il figlio si dedicherà interamente a lui, dopo il matrimonio, non vuole più avere contatti con Fabio. Il marchese ne è esasperato; crea una società e chiama Baldovino a farne parte, sperando che rubi o, alla peggio, di tendergli una trappola per accusarlo di disonestà e liberarsi di lui. Baldovino si comporta nella società con competenza e rigore morale, risultando d’esempio agli altri. Il suo comportamento – egli dice – gli fa provare «il piacere dei Santi negli affreschi delle chiese». A Fabio non resta che tendergli una trappola; ma Baldovino lo smaschera di fronte ad Agata e, dopo aver fatto balenare che il maldestro tentativo tornerebbe a danno del bambino che porta il suo nome, si dice, comunque, pronto ad andarsene, a essere accusato di furto, purché a rubare per lui sia Fabio, al quale va accollato tutto il peso dello squallido intrigo. A questo punto tutti lo pregano di rimanere. In particolare Agata che evidentemente ha capito come Fabio e gli altri siano uomini mediocri e disonesti rispetto a Baldovino, la cui onestà e la cui umanità l’ha conquistata.
Ancora una volta Pirandello si serve di un matrimonio «bianco» come ad esempio in Pensaci Giacomino! e in Ma non è una cosa seria, per creare situazioni che finiscono per svelare la vera natura dei personaggi. E’ un modo di contravvenire alle regole sociali per mettere in evidenza virtù non convenzionali che albergano nell’animo del protagonista che, in questa commedia, da uomo squalificato cui gli altri intendono affidare un compito degradante, credendo alla bontà della sua missione in difesa di umani valori (Agata e il suo bambino), si rivela uomo di alta qualità morale e di autentica bontà, anche se, da questa sua conquistata condizione, si diverte «pirandellianamente» a mettere in ridicolo la falsa rispettabilità degli altri.
Si può prenotare telefonicamente, al Botteghino Telefonico Regionale del Teatro Stabile dell’Umbria, 075/57542222, tutti i giorni feriali, dalle 16 alle 20. I biglietti prenotati vanno ritirati mezz’ora prima dello spettacolo, altrimenti vengono rimessi in vendita.
E’ possibile acquistare i biglietti anche on-line sul sito del Teatro Stabile dell’Umbria www.teatrostabile.umbria.it.