Terzo appuntamento per la sesta edizione di Carsulae Teatro: venerdì 28 luglio, alle 20.45 al Teatro romano di Carsulae, va in scena Il profeta scorretto, Giorgio Gaber, uno spettacolo di Riccardo Leonelli, con Ricardo Leonelli, Emanuele Cordeschi, Lorenzo D’Amario, Emanuele Grigioni e con i monologhi e le canzoni di Gaber e Luporini.
Quasi vent’anni fa se ne andava Giorgio Gaber lasciando un vuoto incolmabile nel mondo musicale e teatrale italiano, già da tempo avviato sul binario morto del conformismo artistico. La poetica di Gaber, inizialmente confinata entro le rigide regole della tv degli anni ‘60 e ‘70, poi sempre più libera e prorompente, è stata un faro per diverse generazioni in Italia. I suoi monologhi e le sue canzoni si sono distinti per un carattere unico e irripetibile. E se Gaber oggi tornasse fra noi? Avrebbe la libertà di allora o sarebbe imbrigliato nelle maglie del conformismo culturale, ricevendo post e cinguettii con accuse di intolleranza, razzismo e (addirittura) fascismo?
Quasi vent’anni fa se ne andava Giorgio Gaber lasciando un vuoto incolmabile nel mondo musicale e teatrale italiano, già da tempo avviato sul binario morto del conformismo artistico. La poetica di Gaber, inizialmente confinata entro le rigide regole della tv degli anni ‘60 e ‘70, poi sempre più libera e prorompente, è stata un faro per diverse generazioni in Italia. I suoi monologhi e le sue canzoni si sono distinti per un carattere unico e irripetibile. E se Gaber oggi tornasse fra noi? Avrebbe la libertà di allora o sarebbe imbrigliato nelle maglie del conformismo culturale, ricevendo post e cinguettii con accuse di intolleranza, razzismo e (addirittura) fascismo?
Lo spettacolo immagina un Giorgio Gaber redivivo catapultato nel 2023, che intraprende un dialogo originale, sarcastico e divertente con un suo ipotetico alter ego, ripercorrendo insieme alcuni fra i pezzi più dirompenti della sua carriera. Man mano che la sua opera riprende corpo, il protagonista acquisisce la graduale consapevolezza che il mondo odierno è andato esattamente nella direzione da lui prevista, con alcune eccezioni… prima fra tutte la dittatura del politically correct. Il benessere cambia mode, gusti e valori, tanto che in vent’anni la realtà morale, politica e sociale è profondamente mutata e molto di ciò che era (ancora) coraggioso dire all’inizio degli anni Duemila oggi risulta scomodo, vergognoso, deplorevole. In una sola parola: politicamente scorretto.