Il piccolo santuario della Madonna dei Bagni racchiude tante storie di vite e devozione
Saranno state migliaia le volte che, percorrendo la E45 in su e in giù, leggendo il segnale stradale e intravedendo la sua presenza ai bordi della strada, mi sono ripromessa di andarla a visitare ma, si sa, sovente i luoghi vicini sono i meno conosciuti, presi come si è dalle faccende quotidiane.
Finché un giorno, accetto con entusiasmo l’invito di un caro amico a visitare questo luogo di cui tanto ho sentito parlare, e prendo la macchina infine, non per sfrecciare verso Perugia, ma per una passeggiata che ha come meta la piccola chiesa in località Casalina.
Esternamente, il santuario della Madonna dei Bagni si presenta come molte altre chiese disseminate nella regione, costruita in mattoni, senza decori o fregi di sorta. Entro e immediatamente sgrano gli occhi cercando di decifrare ciò che vedo: le pareti costellate di quadretti in ceramica, dal soffitto in giù, tutti della stessa dimensione. Sono le formelle votive offerte alla Madonna per le grazie ricevute. Sapevo che la particolarità della chiesa era proprio la presenza di questi ex-voto, ma non me li sarei mai aspettati così… in genere trovo gli ex voto lugubri… penso a stampelle, mani, piedi, arti dei più svariati materiali, ma qui non è così, sono meravigliosi!
Tutti realizzati dai maestri ceramisti della vicina Deruta, i più antichi sono del ‘600, ed abbracciano circa quattro secoli di vita, i più recenti sono dei nostri giorni. Per ogni formella che mi fermo ad ammirare ho l’impressione che il protagonista mi narri la sua storia: il tipo di vita che conduceva, la sua professione, l’ambiente dove abitava, le faccende alle quali attendeva… insomma, mi rende partecipe della sua vita o parte di essa, che sia vissuto 400 anni fa o sia mio contemporaneo. E’ un’emozione molto forte. Conosco quindi la donna indemoniata liberata dal maligno, o il giovane caduto da un albero, o quello scampato ad un incendio… e così via, le formelle sono circa 700! Mi è sembrato di entrare in empatia con essi, di dolermi per quanto loro accaduto, come se stesse accadendo in quell’istante, ma con il sollievo poi, della grazia ricevuta e dello scampato pericolo.
Al fascino delle formelle (che sicuramente catturano l’attenzione al primo impatto) si aggiunge quello devozionale e religioso: l’origine della devozione alla Madonna del Bagno (dicitura corretta) è dovuta a Christofono, merciaio di Casalina, il quale, nel 1655, trovato per terra un frammento di “tazza da bevere” con l’effigie di una Madonna con bambino, lo appese ad una giovane quercia per rispetto all’immagine sacra.
Desidero spendere qualche parola anche sull’immagine sacra: la Madonna ha il Bambino in braccio, quest’ultimo in una posa alquanto originale: non è seduto sulle ginocchia della mamma, ma è ritratto nell’atto di alzarsi, con il globo in mano, rivolto verso l’esterno.
Tornando al nostro racconto: due anni dopo lo stesso merciaio, trovandosi a passare di lì, chiese alla Madonna di guarire sua moglie, molto malata. Esaudita la grazia iniziò la devozione, venne costruito un altare, poi una piccola chiesa, fino ad arrivare a quella attuale, dove, dietro l’altare, si può ancora vedere ciò che resta dell’albero con appeso ancora il suo prezioso coccetto.
Con rammarico vengo a conoscenza del fatto che alcune formelle sono delle riproduzioni, la chiesa della Madonna dei Bagni ha subìto un grave furto anni fa. Alcune formelle sono state recuperate e, seppur frammentate, ricostruite e rimesse al loro posto. Con rammarico ed impotenza torno a constatare che nel nostro paese in beni culturali non sono considerati patrimonio di tutti, e che tali furti sono un impoverimento per tutti noi, per la nostra cultura e per la nostra memoria. Come ebbe a dire qualcuno prima di me, è come se i francesi andassero a smontare la torre Eiffel per portarsi a casa una barra di metallo…
Speriamo che la piccola Madonnina possa infondere in tutti noi ed in chi ci governa il rispetto per il prossimo, la fierezza per le proprie radici e la propria cultura, la coscienza delle proprie potenzialità… questo si che sarebbe un gran miracolo….
di Benedetta Tintillini