Al Teatro Cucinelli di Solomeo, martedì 21 e mercoledì 22 gennaio è andata in scenala pièce “Iliade, il gioco degli Dei” con Alessio Boni.
Il palco si apre su una spiaggia, due bracieri fumano e un cerchio rosso rimane sullo sfondo, in questa scenografia dalla semplice apparenza prende vita un mondo antico, dove Dei immortali con i loro 3mila anni vestono panni moderni.
Alessio Boni veste i panni di uno Zeus smemorato, sottomesso, modesto e sempre fiero traditore della moglie Era, interpretata con maestria e verve comica dalla brava Iaia Forte.
Va in scena il capolavoro di Omero con un misto di Dei e semidei che irrompono tra modernità e classicismo, le celebri vicende narrate da Omero interpretate da enormi “marionette”, armature maschere e scudi.
L’Iliade, l’opera della “guerra, dell’ira funesta d’Achille…” esce con ironia e leggerezza.
Gli Dei dell’Olimpo, eterni e capricciosi, nei loro agi e del tutto avulsi dall’inesorabilità del tempo e dal suo scorrere, emergono fuori forma, annoiati e smemorati… e in quella spiaggia, teatro della guerra di Troia, da loro scatenata per capriccio, ricordano il periodo d’oro in cui giocavano con gli esseri umani come fossero marionette… ecco che riemerge il ricordo, si rivive l’evocazione della stessa calandosi nei panni degli eroi omerici.
La guerra come un gioco, poco importa se comporta uccisioni e sangue, dolore e perdite, gli dei si sa si divertono come vogliono… E’ un po’ la storia dell’umanità: pochi ricchi potenti che si divertono con soldatini, cavalli ed elmi… inconsapevoli loro vittime, sudditi inermi dei “potenti regnanti”: metafora amara, paradosso moderno.
Forse non sono gli dei che hanno fatto gli uomini a loro somiglianza ma gli uomini che hanno fatto a loro somiglianza ed immagine gli dei…
Sonia Lustrino