di Benedetta Tintillini
I miracoli sono da riconoscere nelle gioie inaspettate che capitano ogni giorno.
Ho l’onore, da circa un anno, di essere un Infioratore di Spello (tessera 740), cosa che mi riempie di orgoglio e che mi ha permesso, oggi, di essere piena di dolori ma anche di tanta stordente felicità.
Il Presidente dell’Associazione, e carissimo amico, Guglielmo Sorci, mi ha regalato uno dei giorni più intensi (e faticosi) di tutta la mia vita, concedendomi l’opportunità di partecipare alla realizzazione dell’Infiorata in occasione della visita di Papa Francesco ad Assisi.
Ognuno di noi Infioratori è tornato a casa con un bagaglio di ricordi e sensazioni che non credo riuscirà a dimenticare.
L’eccezionalità della visita del Papa ad Assisi è nota, ma la coralità della gente di Spello nel partecipare all’evento è stupefacente.
Il 3 Ottobre, vigilia dell’arrivo del Pontefice, un grandissimo numero di persone a Spello ha aiutato a caricare il necessario per la realizzazione dell’Infiorata, volendo partecipare in ogni modo, e regalando il proprio contributo, in omaggio al Papa che ha saputo rapire i cuori di tutti, anche dei meno “praticanti”, con la sua schiettezza ed eccezionale semplicità.
Nel pomeriggio le avanguardie, arrivate sul sagrato di San Rufino, hanno iniziato a montare la struttura protettiva e a fissare il disegno a terra.
Un enorme numero di Infioratori, un’ottantina, provenienti dai gruppi più diversi, si sono ritrovati ad Assisi per realizzare insieme un’opera che ha, col senno di poi, del leggendario.
Infioratori da sempre rivali hanno lavorato tutta la notte e la mattina seguente in perfetta sintonia e comunione di intenti nel realizzare un’opera degna dell’ospite tanto atteso.
Durante la notte lunga, faticosa e anche piuttosto fredda, il buonumore si alternava alla stanchezza, ma il sorriso sui visi non è mai sparito.
Dalla mattina in piedi attaccati alla ringhiera lungo la nostra Infiorata, ad ammirarla, fotografarla, a prevedere e fantasticare sul passaggio del Papa. Guglielmo ha preparato una maglietta, un segnalibro commemorativo ed un cappellino, nella speranza di poter omaggiare il Papa, e fantasticando sulla remota possibilità di fargli indossare il berretto.
All’apparire della Papamobile è scoppiato il delirio di urla di acclamazione: alla vista del Papa tutti lo chiamavano, lo invocavano, lo salutavano e lui, come molti avevano previsto, invece di camminare al centro del sagrato sull’Infiorata, cammina lungo le transenne, verso di noi.
Sorride a tutti e ci tende la mano in segno di saluto e di gratitudine e apprezzamento, mi viene davanti sorridendo e mi porge la mano, ed io, che ho sempre immaginato su cosa avessi potuto dirgli in un simile frangente, tutto ciò che ho saputo dire è stato: “ci passi sopra!”…Giulio riesce a fermarlo, a fargli indossare il cappello ed a esortarlo con maggiore veemenza. Francesco resiste, dice che tutto quel lavoro non è in suo onore ma in onore di Dio, e che ne fa omaggio alla Madonna. Solo alla vista delle guardie del corpo e dei fotografi, molto meno rispettosi di lui, che già stavano calpestando il lavoro, si persuade, e per farci contenti accenna due timidi passi, e subito si ritrae.
Prosegue poi il suo cammino, lasciandoci increduli, attoniti, storditi di felicità, mentre stentiamo ancora a credere che tutto questo sia realmente accaduto.
Noi siamo andati a rendere omaggio al Papa e lui ha reso omaggio, con il suo atteggiamento umile e rispettoso, a tutta la città di Spello e a tutti coloro che hanno lavorato ad ogni titolo e secondo le loro possibilità a questa Infiorata.
Esperienza, questa, che ci ha segnato, insegnato, e che ci accomunerà per sempre.