Rita Miranda mi accoglie nel suo laboratorio di Todi, città dove è nata, vive e lavora, per una piacevole chiacchierata sulla sua arte.
Mi racconta del suo inizio piuttosto recente, grazie ai fortunati prolifici incontri con i Maestri Bruno Ceccobelli ed Enzo Tilia, in occasione dei quali ha potuto apprendere l’antica tecnica della ceramica Raku e conoscere il piacere di dare vita con le proprie mani alle forme suggerite dalla sua sensibilità e dalla sua fantasia.
Il concetto di Natura espresso nel titolo è il filo conduttore nell’arte di Rita. I quattro elementi all’origine dell’universo sono anche alla base della tecnica Raku: l’argilla refrattaria mista ad impurità (per renderla resistente agli shock termici), una volta plasmata viene cotta una prima volta a 980° e poi una seconda, a 900° circa, dopo l’applicazione degli smalti. E’ a questo punto che i pezzi, ancora incandescenti, vengono estratti dal forno ed immersi nella segatura per modulare l’azione dell’ossigeno ed essere poi delicatamente raffreddati in acqua.
La stessa Natura è l’ispiratrice dell’arte di Rita: dalle prime realizzazioni, che tutt’ora ripropone, di forme animali e motivi di ispirazione marina, alle affascinanti forme della linea “Seeds – Semi” dove l’artista rielabora forme naturali viste al microscopio. E’ questa linea che cattura in modo particolare la mia attenzione e mi suggestiona: altamente simbolica, a mio parere, mi piace pensare al connubio tra l’artista donna ed il seme, entrambi portatori di nuova vita. Nuova vita donata con fatica, dolore talvolta, come faticosa è la tecnica scelta.
L’artista mi spiega che è la forma, più del colore, a catturare la sua attenzione; mi fa notare infatti che molto raramente le sue opere sono completamente smaltate, e pochissimi sono i colori che utilizza: bianco, rosso, argento, ma è il nerofumo, denso e cangiante, a dominare su tutti, mentre le forme sono sempre molto pulite, la sfera ed il cerchio sono quelle che predilige su tutte.
Come ogni artista Rita Miranda non smette di sperimentare e scoprire nuove tecniche: dalla porcellana classica alla tecnica chiamata “Paper Clay”, ovvero porcellana liquida mista a pasta di cellulosa, per un effetto ancor più trasparente e leggero rispetto alla porcellana classica; e di ricevere sempre nuovi stimoli, attraverso i simposi, uno in Egitto al quale ha partecipato lo scorso Marzo e che darà origine ad una prossima mostra a Il Cairo, al prossimo in programma in Tunisia, occasioni per venire in contatto con artisti, tecniche ed esperienze diverse ed arricchire sempre più il proprio bagaglio di esperienze e conoscenze.
E’ profonda la ammirazione per Rita, la cui forza più grande è quella di essere donna: forte e dolce, caparbia e sognatrice, simbolo della Natura madre e generatrice, donatrice di Vita, e di Arte.
di Benedetta Tintillini
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