Un omaggio al genio di Leonardo Da Vinci a 500 anni dalla sua morte. Sarà questo il tema dominante dell’Infiorata di Città della Pieve, organizzata dai contradaioli del Terziere Casalino in omaggio al loro Patrono San Luigi Gonzaga. Sabato 22 e domenica 23 giugno, ad accogliere i visitatori sarà un tappeto floreale di oltre 900 metri quadrati che partirà da Porta Sant’Agostino, percorrerà via Vannucci e terminerà ai piedi della Cattedrale. Giunto alla 54esima edizione, l’evento organizzato dalla splendida cittadina in provincia di Perugia tornerà dal 13 al 23 giugno ad abbinare sapientemente arte, spiritualità, storia, gastronomia e antiche tradizioni popolari.
I fiori sono infatti colori, profumi, bellezza, ma in quest’angolo dell’Umbria saranno anche un gustosissimo piatto da assaporare in modi diversi, martedì 18, alla cena “Il Gusto dei Fiori”; e saranno protagonisti, domenica 23, de “L’Artigianato in fiore” e della “Musica in Fiore”. Grande spazio sarà dato, come di consueto, alla gastronomia del territorio. La Taverna del Barbacane (aperta tutte le sere ad eccezione del 17 e del 20 giugno) è pronta stimolare il palato dei propri affezionati clienti con i piatti della tradizione come le “lumache al pizzico”, ovvero le chiocciole di terra servite con uno stuzzicante e segretissimo pizzico di pomodoro: una ricetta che è diventata l’emblema della taverna e che richiede un lungo lavoro di preparazione; oppure il cinghiale al dragoncello, uno spezzatino di carne di cinghiale molto ricco di aromi scelto dai palati più sofisticati, i pici, le tagliatelle, gli gnocchi e le carni cotte alla brace del camino, da sempre simbolo del punto di ristoro allestito nell’incantevole scenario degli Orti del Palazzo Vescovile.
Il Terziere Casalino è stato tra i fondatori di “Infioritalia”, l’unica associazione che valorizza le vere infiorate artistiche in Italia e nel Mondo. Già da diversi mesi i contradaioli sono al lavoro per la raccolta e la preparazione dei fiori da utilizzare nel momento clou della festa: i disegni che i maestri infioratori realizzeranno il 22 e il 23 giugno sono stati eseguiti dall’artista pievese Andrea Bittarello; anche i ragazzi dell’Istituto Comprensivo Pietro Vannucci si cimenteranno in quest’arte antica, mentre l’intrattenimento musicale sarà garantito dagli studenti del Liceo Italo Calvino e dai ragazzi della scuola Primaria di secondo grado a indirizzo musicale.
Tra gli altri eventi in programma spiccano, venerdì 21, la Santa Messa nella chiesa di San Luigi e la processione per le vie del Terziere e, domenica 23, le visite guidate a cura del FAI. Assistere all’Infiorata sarà una buona occasione per scoprire le bellezze di Città della Pieve, adagiata a 500 metri di altezza su un colle che domina la Val di Chiana e il Trasimeno, che conserva tesori di grande valore a partire dalle opere del suo figlio più illustre, Pietro Vannucci detto Il Perugino. E’ il caso della chiesa di Santa Maria dei Bianchi con l’affresco raffigurante “L’adorazione dei Magi”, della Cattedrale dei Santi Gervasio e Protasio, della Rocca e del Palazzo della Corgna.
Appena fuori le mura sorge l’antica chiesa di S.Francesco, risalente dal XII Secolo, che conserva la famosa tavola del Pomarancio “La Pentecoste”: da oltre 70 anni la chiesa è divenuta il primo santuario italiano dedicato alla Madonna di Fatima, e nell’oratorio adiacente è conservato l’affresco “La Crocefissione di Gesù” di Jacopo di Mino detto “Il Pellicciaio”. Nell’ottobre del 2015, inoltre, nel territorio comunale è stata scoperta una meravigliosa tomba etrusca: datata tra la fine del IV sec. a.C. e gli inizi del III sec. a.C., la Tomba di Laris – com’è popolarmente definita per via del nome del proprietario scolpito sul sarcofago principale – è costituita da una camera sepolcrale completamente scavata nel terreno argilloso a cui si accede tramite un lungo corridoio di 12 metri; al suo interno sono stati rinvenuti, insieme agli oggetti di corredo, due grandi sarcofagi monumentali in arenaria e travertino e tre urne cinerarie in marmo alabastrino sui cui coperchi sono scolpiti i defunti a banchetto, conservati presso il Museo Civico-Diocesano di Santa Maria dei Servi.