Ipogeo delle Ghirlande: la tomba di Carvilio e Aebutia Quarta

ipogeo delle ghirlande

L’anello di Carvilio, una delle più importanti scoperte archeologiche degli ultimni anni, è stato rinvenuto all’interno dell’Ipogeo delle Ghirlande, doce erano custoditi i sarcofagi di Carvilio Gemello e di sua mamma Aebutia Quarta. 

La tomba a camera ipogea è situata al X miglio della via Latina nella località di Ad Decimum (Grottaferrata, Roma), vicino alla catacomba omonima. Il sepolcro, risalente all’età flavia, conteneva due sarcofagi marmorei decorati con eleganti ghirlande e tabulae con i nomi dei defunti. Uno di questi sarcofagi apparteneva ad Aebutia Quarta, figlia di Gaio, madre piissima di Antestia Balbina e Carvilio Gemello. Questo dettaglio ci informa che Aebutia ebbe due figli, Balbina e Carvilio, da due diversi mariti. L’altro sarcofago era di Tiberio Carvilio Gemello, morto a 18 anni e 3 mesi, sepolto insieme alla madre.

Aebutia Quarta: una vita documentata

Lo scheletro di Aebutia Quarta era ricoperto quasi interamente da elementi vegetali ben conservati. La testa, con ancora i capelli e una treccia posticcia di crini animali annodata dietro la nuca, era adornata con una finissima reticella di fili d’oro montata su una cuffia di stoffa. Il manto vegetale era composto da elementi sferici infilati in steli di graminacee, che avvolgevano la testa e ricoprivano il corpo. Sopra il mantello erano deposte altre ghirlande vegetali a forma di corona. Sotto il mantello, sono state rinvenute parti del sudario e forse della veste, realizzata in cotone e seta. L’unico elemento del corredo personale era l’anello di Carvilio, un anello d’oro con castone in cristallo di rocca, che ricopriva un ritratto in rilievo su lamina aurea, probabilmente del giovane figlio Carvilius.

Carvilius Gemellus: segni di mummificazione

Il corpo di Carvilius presentava segni evidenti di mummificazione, favorita dalle condizioni ambientali. Avvolto in un sudario che copriva anche i piedi e la testa, era adagiato su un substrato sabbioso. Sopra il sudario erano deposte ghirlande di viole, rose e lilium, fiori tipici della tarda primavera ed estate. Tracce di mirra e colofonia, utilizzate per preservare i corpi, sono state trovate nei sarcofagi. Questa eccezionale conservazione del corredo vegetale e delle essenze profumate conferma le pratiche funerarie descritte dalle fonti antiche. Le analisi carpologiche hanno rivelato che la deposizione di Aebutia avvenne in autunno/inverno, mentre quella di Carvilius in primavera.

Il Sepolcro delle Ghirlande

Il Museo dell’Abbazia di S. Nilo, a Grottaferrata, ospita la ricostruzione della camera sepolcrale con i due sarcofagi marmorei decorati con ghirlande appartenuti, come detto, a Tito Carvilio Gemello, morto a 18 anni, e a sua madre Aebutia Quarta. La decorazione frontale dei sarcofagi, eseguita a bassorilievo, rientra nella tipologia dei sarcofagi urbani con ornati decorativi, sostenuti da lesene con capitelli corinzi. Questo raro esempio di urne cinerarie della prima età imperiale sottolinea l’unicità della sepoltura, associata alla pratica di mummificazione parziale e alla scelta costosa dei sarcofagi marmorei, denotando l’agiatezza economica della famiglia di Aebutia.

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