Mercoledì 11 ottobre 2023, all’Auditorium degli scavi di Pompei si terrà il workshop “Tempio di Iside a Pompei. Conoscenza, scavo, restauro e fruizione”, organizzata dal Parco archeologico di Pompei in collaborazione con l’Università Federico II di Napoli, la Scuola Superiore Meridionale e la Scuola di Specializzazione in Beni Architettonici e del Paesaggio (BAP) di Napoli.
Il programma della giornata sarà introdotto dal direttore del Parco Archeologico di Pompei Gabriel Zuchtriegel e dal coordinatore del Dottorato di Ricerca Acma Carlo Rescigno, e si concentrerà sull’illustrazione degli esiti della campagna di scavo in corso presso il tempio, a cura dei funzionari del Parco. A seguire la Prof.ssa Renata Picone, Direttrice della Scuola di Specializzazione in Bap di Napoli, interverrà con un contributo su “Il Tempio di Iside a Pompei. Dalla storia dei restauri alle attuali problematiche conservative”.
Tra gli interventi, anche un focus speciale su “Il fascino dell’Egitto nel mondo greco-romano” a cura del Direttore del Museo Egizio di Torino Christian Greco.
Previsto anche sopralluogo allo scavo del tempio di Iside.
L’evento è aperto al pubblico.
Il Tempio di Iside era dedicato al culto antichissimo (di tipo misterico, cioè riservato ai soli iniziati) della dea egizia, che si diffuse in tutto il Mediterraneo a partire dal III secolo a.C. per il suo messaggio di speranza in una vita oltre la morte. Secondo il mito, infatti, Iside recuperò le parti dello sposo Osiride, ucciso e smembrato da Seth, lo ricompose e gli ridiede la vita. Al centro di un cortile porticato si trova il tempio su alto podio; nello spazio antistante stanno l’altare, la fossa per le offerte e un piccolo edificio (purgatorium) al cui interno una scala porta al bacino cui attingere l’acqua, che si diceva provenisse direttamente dal Nilo. Alle spalle del tempio un’ampia sala era dedicata alle riunioni degli iniziati (ekklesiasterion), mentre in una più piccola (sacrarium) erano visibili pitture che narravano episodi del mito della dea.
Gli apparati decorativi, le sculture e gli arredi rinvenuti nel santuario sono esposti al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, ma è possibile rivivere in parte l’effetto originario grazie alla ricollocazione in situ di alcune copie di affreschi e di statue.