Una riflessione su cosa vuol dire essere giornalista oggi. Con perfetto tempismo rispetto alla cronaca recente, che ha visto i giornalisti attaccati dalla politica con termini davvero poco lusinghieri, esce per Laurana Editore “L’altro giorno ho fatto quarant’anni”, di Lucio Luca.
Un romanzo come può esserlo una vita, con le battaglie vinte e quelle perse, con la speranza che, al termine del percorso, tutto possa finire almeno con un pareggio.
Alessandro, giornalista caparbio e di talento, vive e lavora nella sua terra d’origine, la Calabria. Una terra dove, giorno dopo giorno, la sua integrità ed il suo posto di lavoro vengono messi a dura prova dai pericolosi intrecci, le connivenze e gli opportunismi, in un delicato equilibrio tra gli interessi del suo editore della politica e della Ndrangheta.
Piegarsi alle richieste del momento o mantenere la propria dignità mettendo a rischio la sua vita e quella dei suoi cari? Il “sacro fuoco” per la sua professione lo guida verso la scelta più drastica e rischiosa, e, man mano che le pagine scorrono, le sue certezze vengono erose, i suoi sforzi vanificati, la sua stabilità economica, psichica e sentimentale minata.
E pensare che Alessandro è uno di quei giornalisti con il posto sicuro, non uno dei tanti precari che scrive per pochi centesimi a riga, gente che di certezze non ne ha mai avute e, forse, non ne avrà mai, una folla operosa della quale, ad oggi, la politica di certo non si occupa.
Il ruolo del giornalismo oggi: una professione tutta da rivedere, tra poche primedonne (sempre le stesse) costantemente in televisione in grado, apparentemente, di dissertare su qualsivoglia argomento; alcuni professionisti senza deontologia alcuna, che indirizzano l’opinione pubblica in base al loro potere di riferimento, ed i tanti, tantissimi che lavorano onestamente per migliorare il nostro Paese raccontando fatti e permettendo la formazione di un proprio, autonomo pensiero.
In alcuni luoghi più che in altri (ma non illudiamoci) la libertà di stampa, uno dei cardini di tutte le democrazie, è in pericolo. Il declino della professione giornalistica viaggia di pari passo con il declino della società nel suo insieme, questo deve essere ben chiaro a tutti ed è sotto i nostri occhi.
La redazione dove Alessandro svolge il suo lavoro può essere assimilata alla nostra società: i valori che animano il costante sacrificio del protagonista non sono condivisi da tutti ma solo da alcuni, e gli stessi valori, che gli sono stati tramandati come fondanti del vivere civile non sono più tali, anzi, tutt’altro; chi dovrebbe apprezzare il suo operato lo vessa e lo allontana, provocando uno scollamento irreparabile tra il suo sogno di normalità e la realtà che lo circonda.
Ma quello scritto da Lucio Luca è solo un romanzo… tratto da una storia realmente accaduta, presto dimenticata, e sulla quale deve essere ancora scritta la parola “fine”.
di Benedetta Tintillini