A Villa Fidelia Le notti dell’Utopia con Niccolò Fabi
Un luogo che può essere specchio del nostro essere. Villa Fidelia è un posto incantevole, dalla bellezza evidente e dalle potenzialità enormi, attutite e abbrutite dalla difficoltà di gestione da parte di realtà miopi, grette, proiettate su se stesse invece che sul bene comune.
Ognuno di noi, chi più chi meno consapevolmente, se non sufficientemente forte, si ritrova ad essere, suo malgrado, come Villa Fidelia: bello (nel senso più alto del termine) e con un’energia immensa, talmente potente da rendere possibile ogni più arduo sogno, ma impotente spettatore di una vita, la propria, vissuta come altri vogliono che sia.
L’altra sera, mentre ascoltavo la voce di Niccolò Fabi raccontare le sue storie insieme a centinaia di persone che cantavano con lui, ammiravo la bellezza di Villa Fidelia e riflettevo: nel buio della notte una serie di proiezioni animate sulla facciata della Villa giocava con i suoi volumi, in un ritmo così affascinante da essere non in competizione, ma in armonia con gli artisti sul palco. Una volta tanto la scenografia non condivideva il palco con i musicisti, ma li integrava, li completava da lontano. L’occhio aiutava l’orecchio ad ascoltare e la mente a comprendere.
Ma allora non siamo condannati alla mediocrità ed all’apatia, volendo fortemente raggiungere un obbiettivo, effettivamente e realmente, si può!
E’ questo il messaggio che Massimiliano Porcelli e tutti i ragazzi delle cooperative Utopia 2000 e Impulso hanno cercato di trasmettere anche in questa occasione. Un messaggio positivo contro tutti i tentativi di impoverimento culturale, contro il bombardamento di messaggi che subiamo ogni giorno sulla nostra inadeguatezza o bruttezza in relazione a canoni che arbitrariamente qualcuno ha stabilito.
Non sono io che devo esprimermi sulla qualità dell’esibizione di Niccolò Fabi, peraltro eccellente e, soprattutto, genuina e spontanea come i ragazzi che lo stavano ascoltando.
Non sono io che devo analizzare stilisticamente le peculiarità e la bellezza della location che ci ospitava.
Il compito che mi sono data è di osservare attentamente e scrivere, per chi avrà la bontà di leggere, di quanta bellezza c’è intorno a noi, cercando di farla vedere a chi non è più capace, vuoi per fretta, vuoi per superficialità, vuoi per stanchezza e rassegnazione.
Al nutrimento dell’anima va affiancato il nutrimento del corpo: faccio la fila al punto ristoro della festa in attesa che mi venga consegnato il panino che ho comprato. Di là dal tavolo un ragazzo sorridente, dalla pelle olivastra ed i capelli neri raccoglie le ordinazioni e le passa ad alta voce ad altri ragazzi addetti alla farcitura dei panini: ha dei tatuaggi, ma quello che ha sul collo mi colpisce in modo particolare: è un piano cartesiano.
Che cosa strana da tatuare sulla carotide! Non mi trattengo e gli chiedo il significato di quel tatuaggio così insolito: “E’ una lunga storia – mi risponde- Massimiliano (Porcelli, tra i fondatori e presidente di Utopia 2000, ndr) ha scritto un libro sulla nascita di Utopia 2000, e questa è l’immagine in copertina”. E’ vero, non ricordavo. Il libro l’ho letto, ed anche velocemente, perché è l’ulteriore prova che il mio modo di sentire e di vivere è giusto, che l’entusiasmo è essenziale, che niente è impossibile, e soprattutto che l’entusiasmo è virale. Se non ci arrendiamo davanti alle difficoltà ed impariamo a reagire, ogni sogno più sfrenato diventa realtà, e, migliorando la nostra vita rendiamo migliore anche quella di tutti coloro che ci stanno vicino.
Non conosco il nome del ragazzo e neanche la sua storia, “Devi volergli molto bene” gli dico, lui mi sorride con pudore, senza interrompere il suo lavoro.
di Benedetta Tintillini