Per ogni euro investito, 1.20 torna alla società e in riferimento al triennio 2016 – 2018, il valore sociale creato nei territori di Osimo (AN), Lesmo (MB) e Molfetta (BA) è pari a oltre 38 milioni di euro annui (passando da un totale di 36.822.003,67 nel 2016, a 38.077.096,87 nel 2018). Sono questi alcuni dei risultati emersi dalla seconda e più estesa indagine “La valutazione economica degli impatti sociali della Lega del Filo d’Oro: l’estensione dei confini dell’analisi SROI” realizzata da Clodia Vurro, Professore di Economia e Gestione delle Imprese e Stefano Romito Assegnista di Ricerca dell’Università di Milano, presentata questa mattina presso il Dipartimento di Economia, Management e Metodi Quantitativi dell’Università degli Studi di Milano.
Dopo il primo progetto pilota, condotto nel 2017 sul territorio marchigiano e presentato nell’aprile 2018, la Lega del Filo d’Oro ha esteso il perimetro della valutazione economica dei ritorni sociali, integrando il monitoraggio e la raccolta dati sulle persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali, l’aggiornamento dei dati relativi alle attività diagnostiche, riabilitative ed educative erogate dal Centro Nazionale e la rilevazione su due ulteriori sedi – i Centri Socio Sanitari Residenziali di Lesmo e Molfetta – includendovi i relativi Servizi Territoriali per il triennio 2016-2018.
La partecipazione attiva delle famiglie è un tratto caratterizzante dell’approccio della Lega del Filo d’Oro: una disabilità plurima e complessa ha effetti sull’intero nucleo familiare, che ha necessità di un supporto per acquisire fiducia nelle proprie competenze genitoriali, nella gestione quotidiana della disabilità, per la riduzione dell’isolamento sociale. Le stesse famiglie percepiscono come molto forte la differenza tra il “prima” e il “dopo” l’incontro con la Lega del Filo d’Oro: il 71% di loro ritiene di aver rafforzato la capacità di prendersi cura del proprio familiare, l’80% ha più fiducia nelle sue capacità e il 43% ha ripreso l’attività lavorativa. Il valore sociale creato per utenti e famiglie è di circa 11,7 milioni di euro.
Dall’indagine emerge anche che gli utenti e le famiglie, pur essendo il fulcro dell’intervento della Lega del Filo d’Oro, non sono gli unici beneficiari della sua attività. L’analisi, infatti, mostra come il territorio in cui l’Ente opera, tragga beneficio dell’esistenza dell’Associazione sia in termini di indotto generato, che di investimenti diretti nell’economia locale. A questo vanno aggiunte le persone che, in quanto parte attiva dell’erogazione dei servizi, ne rappresentano fattore imprescindibile di efficacia e, a loro volta, dall’Ente ottengono un’importante fonte di crescita professionale, consentendo l’acquisizione di competenze che difficilmente si potrebbero sviluppare altrove.
“Spinti dalla volontà di consolidare e accrescere la nostra consapevolezza del valore delle opportunità che creiamo per le persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali, per le loro famiglie e i territori in cui siamo inseriti, ci siamo impegnati, a partire dal 2016, nello sfidante compito di misurare l’efficacia del modello valutativo, educativo e riabilitativo della Lega del Filo d’Oro – spiega Rossano Bartoli, Presidente della Lega del Filo d’Oro. – La metodologia del social return on investment (SROI), su cui la misurazione si basa, è per noi l’occasione di ripercorrere, ancora una volta, i passi che compiamo e continuare ad operare consapevoli della misura del cambiamento che ci impegniamo a generare. Inoltre, risponde ad uno dei nostri valori fondativi: la trasparenza, parte integrante del Codice Etico della Lega del Filo d’Oro e principio ispiratore per l’operatività dei servizi che l’Ente eroga e delle relazioni che instaura e coltiva”.
L’analisi SROI, infatti, punta a quantificare il valore sociale creato dalla Lega del Filo d’Oro sia a favore delle persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali, che beneficiano di un modello di intervento valutativo, riabilitativo e educativo unico e distintivo, sia rispetto al territorio di cui l’Ente è parte integrante. E proprio guardando al territorio, dall’analisi emerge che l’impatto della “Lega”, ovvero il giro d’affari generato dalla Lega del Filo d’Oro per le attività produttive e commerciali, vale 13 milioni di euro annui.
Investimenti territoriali che hanno consentito di mantenere o creare 153 posti di lavoro in media, all’anno. Altri 2,250 milioni di euro di valore sociale sono stati creati sul fronte della formazione del personale e dei volontari altamente specializzati che operano anche nelle scuole e nei servizi del territorio. La formazione e l’aggiornamento professionale, forniti sia ai dipendenti che ai tirocinanti e volontari, infatti, sono considerati delle leve imprescindibili per la condivisione delle conoscenze e la ricerca di soluzioni innovative ed efficaci per rispondere alle disabilità complesse. Nel 2018, l’Associazione ha erogato 1.625 giornate di formazione, in media 2,5 per ogni dipendente.
Nel complesso, l’intervento della Lega del Filo d’Oro fa risparmiare alla collettività 9,3 milioni di euro annui grazie all’effetto di una migliore capacità di allocazione delle risorse per la cura e la riabilitazione dell’utente o il costo evitato della qualificazione professionale per i dipendenti.
La pubblicazione dell’indagine “La valutazione economica degli impatti sociali della Lega del Filo d’Oro: l’estensione dei confini dell’analisi SROI” è stata realizzata – per il coordinamento, il progetto grafico e l’impaginazione – da Vita SpA. Si può richiedere una copia cartacea scrivendo alla segreteria di presidenza della Lega del Filo d’Oro, all’indirizzo email: sg@legadelfilodoro.it