Per tutto il mese di gennaio 2020 la qualità dell’aria è stata sotto i riflettori. Le cause dell’attenzione collettiva sono state le elevate concentrazioni di inquinanti, soprattutto particolato (PM10 e PM2,5) registrate in alcune grandi città (Milano, Torino, Roma) ed anche nella Conca Ternana. A Terni solo dall’inizio dell’anno lo sforamento del PM10 è stato regitrato per 24 giorni nella centralina di Maratta (quella che ha sforato anche il limite di legge nel 2019 dei 35 giorni/anno), per 23 giorni a Le Grazie, 19 a Via Carrara e 20 a Borgo Rivo.
Non sempre le informazioni nazionali e locali hanno restituito la complessità della questione, spesso addebitando il problema ad un’unica causa: una volta il traffico, altre volte l’industria, passando poi per le biomasse bruciate nei caminetti ed anche il meteo avaro di pioggia. La realtà è che la qualità dell’aria, in quanto problema complesso ha una pluralità di cause e non è possibile, né corretto, individuarne una sola. Va da sé che anche la soluzione al problema dovrà rispecchiare questa pluralità e complessità. Quasi tutte le attività umane emettono inquinanti in atmosfera. In aree poco popolate o in quelle dove si concentrano poche attività questo può essere un problema trascurabile. Il discorso cambia ovviamente nelle zone densamente popolate e industrializzate.
“Siamo allarmati dalle affermazioni dell’Assessore Benedetta Salvati – commenta Gianni Di Mattia, vicepresidente di Legambiente Umbria – quando dichiara che punterà molto sul PUMS, perché mette in evidenza che il Comune di Terni non ha ancora investito in tutte quelle azioni realmente risolutive come ad esempio l’efficientamento energetico degli edifici, i sistemi di nuova mobilità, nel rispetto assoluto delle Autorizzazioni Integrate Ambientali (AIA) delle industrie, nella riconversione al biologico dell’agricoltura della Conca Ternana.Tutte azioni Legambiente Umbria ne aveva proposte, direttamente all’Assessore all’Ambiente e alla Mobilità, e pubblicamente al riavvio del percorso dello stesso PUMS, già un anno fa alla nuova amministrazione comunale”.
Visto che le proposte non hanno destato alcun interesse e considerato che non è dato sapere, ai cittadini e alle associazioni, l’esito degli incontri programmati nell’ambito del Protocollo del dicembre 2018 tra Comuni di Terni e Narni, Regione Umbria e Ministero dell’Ambiente per il miglioramento della qualità dell’aria e contrastare l’inquinamento atmosferico, né tantomeno quelli del Tavolo di Coordinamento composto da rappresentanti di ciascuna Parte, nonché dai rappresentanti dei Comuni interessati, Legambiente ritiene necessario porre ai tre soggetti istituzionali dieci puntuali domande:
Il Protocollo per il miglioramento della qualità dell’aria e per contrastare l’inquinamento atmosferico della conca ternana prevede fino al 31 marzo 2020 il divieto assoluto di circolazione fino ai mezzi diesel Euro 4. Perché l’attuale Ordinanza del Sindaco di Terni prevede soltanto un limite fino alle Euro 3?
Il Comune di Terni come intende attuare il PUMS approvato nel 2019, che è un “Piano” che prevede necessità di azioni da programmare, progettare e attuare “velocemente” e con un’attività pluriennale e costante?
Cosa è stato fatto per promuovere “la sostituzione di una o più tipologie di veicoli con veicoli a basso impatto ambientale, quali i veicoli elettrici, ibridi elettrico-benzina, …”?
A che punto è il potenziamento, nella Conca Ternana, della “rete delle infrastrutture per la ricarica dei veicoli elettrici”?
Come si intendono rispettare le modalità per “attuare il programma di realizzazione di infrastrutture per la mobilità ciclopedonale e promuovere l’adozione di forme di incentivazione all’uso del trasporto pubblico locale”?
A che punto è l’impegno ad “attivare, in accordo con i Comuni della zona, sportelli per l’informazione e la facilitazione dell’accesso dei cittadini ai benefici previsti per la sostituzione di camini e stufe tradizionali a biomassa con sistemi ad alta efficienza, la riqualificazione energetica degli edifici ed a promuovere iniziative pubbliche per illustrare i benefici di legge (Ecobonus, Conto termico 2.0, Sismabonus, ecc.)” e quali sono le “campagne di informazione e sensibilizzazione della popolazione sui comportamenti a minor impatto sulla qualità dell’aria”?
Quale è il programma per “assicurare la predisposizione e la pubblicazione di studi di caratterizzazione delle polveri fini nella Conca Ternana, per analizzare l’origine delle sostanze inquinanti; di indagini epidemiologiche per valutare gli effetti sulla salute della popolazione dovuti all’esposizione agli inquinanti atmosferici”?
Quali sono gli atti per adottare e controllare i provvedimenti di “divieto della combustione all’aperto del materiale vegetale”?
Quali sono gli atti per inserire nel Piano regionale per la qualità dell’aria, il “divieto di installazione di nuovi impianti di combustione per la produzione di energia elettrica e l’introduzione di vincoli per l’installazione e l’esercizio di impianti di combustione di potenza termica nominale superiore a 500 kW”;
Dove sono gli “studi di fattibilità per la realizzazione di sistemi di teleriscaldamento con particolare riferimento all’utilizzo dei cascami termici prodotti dal comparto industriale” e le misure per il “miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici sia pubblici che privati, con iniziative a sostegno della riqualificazione energetica degli edifici esistenti.”?
Le note tra le “virgolette e corsivo” sono estratte dal Protocollo di dicembre 2018 col Ministero dell’Ambiente, a cui chiederemo conto anche dei propri impegni diretti.